Gli incendi non si fermano: anno peggiore dal 2006



Incendi senza tregua nel nord-ovest della Spagna: evacuate oltre 30.000 persone e già bruciati più di 344.000 ettari
Incendi senza tregua nel nord-ovest della Spagna: evacuate oltre 30.000 persone e già bruciati più di 344.000 ettari
MADRID - Dopo ormai una settimana, l'emergenza degli incendi boschivi non abbandona la Spagna, complici il vento e la siccità. Fiamme e fumo continuano a devastare soprattutto la zona nord-occidentale, in particolare le province di Ourense, Zamora, León e la regione più a sud dell'Estremadura, nonostante il calo delle temperature, oggi per la maggior parte al di sotto dei 30°C.
A pagare lo scotto del disastro, anche i pellegrini impegnati nel Cammnino di Santiago: le autorità hanno sconsigliato - oltre che chiuso - alcuni tratti del percorso, che conduce alla città galiziana di Santiago de Compostela.
Bajan las temperaturas, tanto las mínimas como las máximas, especialmente en el norte de la comunidad, solo llegarán a los 30ºC en algún punto. ¡Buen martes! pic.twitter.com/cuq9KzBqQ1
— 112 Castilla y León (@112cyl) August 19, 2025In tutto il Paese sono oltre 40 i fronti di fuoco ancora attivi e, secondo quanto riporta El Pais, oltre 30.000 persone sono state evacuate in una settimana. Nella provincia di León nella notte appena trascorsa più di 500 residenti sono stati messi in sicurezza da Guardia Civil e Protezione Civile, che pubblicano costantemente aggiornamenti sui profili social. L'area andata in fumo quest'anno supera complessivamente i 344.000 ettari, rendendo il 2025 - secondo le stime preliminari di Copernicus. - il peggiore anno dal 2006.
#IncendiosForestales
— Guardia Civil (@guardiacivil) August 19, 2025
Desalojadas la pasada noche las localidades de Faro, Cariseda, Peranzanes, Trascastro, Chano, Guímara y Argayo del Sil por #IFAnilaresdelSil, zona de El Bierzo (León). En total han sido evacuadas más de medio millar de personas a Fabero del Bierzo.
🚨En… pic.twitter.com/w74fv3TYcw
Nelle ultime ore un 69enne è stato indagato in relazione a un incendio che il 10 agosto ha mandato in fumo 130 ettari di terreno, costringendo le autorità a far evacuare 60 persone a Castropodame (comunità autonoma di Castiglia e León). Perchè dietro ai roghi, oltre alla siccità, si nasconde anche la mano dell'uomo.
Sul fronte della politica, il Primo Ministro Pedro Sánchez è in visita oggi Jarilla (Cáceres) e Molezuelas de la Carballeda (Zamora) per incontrare i responsabili della gestione delle emergenze e promettere gli aiuti, dichiarando disastrate le zone colpite. Solo l'incendio di Jarilla, l'unico attivo in Estremadura (parte sud-occidentale), ha distrutto oltre 15.000 ettari.
A Madrid, circa venti squadre hanno lavorato tutta la notte per raffreddare l'incendio di Colmenar Viejo, divampato lunedì. L'autostrada M-104 (Colmenar Viejo - San Agustín de Guadalix) rimane chiusa. L'ondata di incendi, concentrata nelle regioni governate dal Partito Popolare, ha sollevato dubbi sulla gestione dell'emergenza.
Mentre cenere e desolazione continuano a mangiarsi ettari di parchi e vegetazione. Come avvenuto ieri con l'incendio che ieri ha colpito il sud-est della Spagna, Sierra della Porta, al limite tra Caravaca de la Cruz e la Murcia.
El director de extinción declara estabilizado el incendio de la Sierra de la Puerta en el límite entre Caravaca de la Cruz y Moratalla
— 112 Región de Murcia (@112rmurcia) August 18, 2025
📹DGSCE pic.twitter.com/mhRPQW9XVj
Il Paese con la più vasta area bruciata - È però il Portogallo è il Paese dell'Unione europea con la più vasta porzione di territorio distrutta dalle fiamme negli ultimi 18 anni.
In media, dal 2006 al 2024, è bruciato l'1,05% dei 92.000 chilometri quadrati del Paese, quasi tre volte di più dello 0,38% della superficie della Grecia distrutta dai roghi boschivi nello stesso periodo.
Quest'anno, però, il Portogallo ha già superato di gran lunga questa media, finora infatti è bruciato il 2,35% della sua superficie (216.214 ettari). Solo Cipro, in percentuale, si avvicina al triste primato portoghese con il 2,3%, mentre la Spagna è terza con lo 0,68% di quest'anno.
Secondo gli esperti, il Portogallo riunisce diverse caratteristiche che lo rendono particolarmente esposto a questo tipo di disastri. Oltre ai comportamenti umani sbagliati, c'è una superficie forestale continua nelle zone montuose e un clima che genera molta biomassa in inverno e una grave siccità in estate, con temperature elevate e venti forti.