Trump ha saputo a maggio di essere nei file di Epstein

Secondo il Wall Street Journal glielo ha detto Pam Biondo. La Casa Bianca: «Un'altra fake news»
WASHINGTON - Donald Trump compare davvero nei file di Epstein, come aveva detto il suo ex collaboratore e alleato Elon Musk. E lo sa da alcuni mesi.
Lo ha svelato oggi il Wall Street Journal, che per aver svelato i legami del presidente col finanziere morto in carcere è stato escluso dal pool della Casa Bianca. Infatti, stando al giornale, il tycoon era stato avvertito a maggio da Pam Bondi che il suo nome compariva «più volte» nei file su Epstein, anche se non si sa in che contesto. Non solo, in quell'occasione la procuratrice generale espresse l'intenzione di non voler pubblicare altro materiale sulla vicenda, nonostante le promesse sue e del tycoon in campagna elettorale di desecretare tutto.
Trump è venuto a sapere anche che nei file erano presenti i nomi di altri personaggi di alto profilo, un centinaio per la precisione. Le fonti che hanno parlato con il Wall Street Journal hanno anche sottolineato che comparire nei file non è di per sé la prova di alcun reato e che tutte le persone nominate avevano legami con il finanziere morto suicida in carcere.
L'entourage del presidente nega. «Si tratta di un'altra fake news, come quella precedente pubblicata dal Wall Street Journal», è stata la replica del capo della comunicazione della Casa Bianca, Steven Cheung, all'ultimo scoop del giornale.
Nel frattempo la Camera americana, dove è in atto uno scontro tra i repubblicani più conservatori e quelli più moderati, ha accelerato i tempi convocando l'ex collaboratrice di Epstein, Ghislaine Maxwell, per una deposizione l'11 agosto nel Federal Correctional Institution di Tallahassee, in Florida, dove sta scontando la sua pena. Per molti nel Grand old party e non solo, l'ex socialite britannica è l'unica a conoscere i segreti del finanziere. «È la Stele di Rosetta», ha detto Alan Dershowitz, l'ex legale di Epstein ma anche di una lunga lista di nomi eccellenti come O.J. Simpson e Harvey Weinstein. «Se le fosse offerta l'immunità potrebbe farlo. Mi è stato detto che sarebbe disposta a testimoniare», ha aggiunto Dershowitz, il cui nome è comparso, insieme a quello di Trump, anche nella raccolta di lettere curata dalla stessa Maxwell per i 50 anni di Epstein.
Come se non bastasse, nelle stesse ore, un giudice federale della Florida ha respinto la richiesta dell'amministrazione di pubblicare le trascrizioni delle deposizioni al grand jurì nell'ambito dell'indagine sul finanziere pedofilo. La settimana scorsa il governoTrump aveva chiesto di desecretare quei documenti e di trasferire il caso a New York - dove Epstein era stato incriminato dopo un'altra indagine nel 2019 - dopo che era iniziata la bufera sul presidente e la sua attorney general per la gestione dello scandalo.