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FRANCIA

Nasce il governo Lecornu, ma la situazione resta fragile

Riconferme, sorprese e critiche feroci dall’opposizione.
AFP
Fonte ATS
Nasce il governo Lecornu, ma la situazione resta fragile
Riconferme, sorprese e critiche feroci dall’opposizione.

PARIGI - A un mese dalla nomina del nuovo primo ministro, è nato in Francia il governo di Sebastien Lecornu. L'annuncio dell'Eliseo è arrivato domenica sera, dopo settimane di consultazioni e il sì dell'ultimo minuto dei Républicains: il presidente Emmanuel Macron ha nominato 18 ministri, - come prima "ossatura" del governo - 12 dei quali riconfermati dal precedente esecutivo di François Bayrou.

Tra le novità, il macroniano Roland Lescure all'Economia e il ritorno a sorpresa di Bruno Le Maire, stavolta al ministero delle Forze Armate. La presidenza della Repubblica ha reso nota una lista di 18 ministri, altri saranno annunciati dopo il discorso di politica generale del primo ministro previsto per martedì pomeriggio.

Tra i riconfermati: Jean-Noël Barrot agli Affari esteri, il leader del partito Les Républicains (LR, destra) Bruno Retailleau agli Interni, e Gérald Darmanin alla Giustizia. La sorpresa di questo nuovo governo è il ritorno di Bruno Le Maire, nominato alle Forze Armate dove succederà a Sébastien Lecornu. Le Maire è stato l'inamovibile ministro dell'Economia e delle Finanze di Emmanuel Macron per sette anni: dal 2017 al 2024.

Il macronista Roland Lescure è stato nominato ministro dell'Economia e delle Finanze. Avrà la pesante responsabilità di presentare un progetto di bilancio 2026 accettabile per il Parlamento, mentre le finanze pubbliche del Paese sono in pessime condizioni, con un debito di 3.300 miliardi di euro, pari a oltre il 115% del PIL. A Bercy, Amélie de Montchalin rimane ministra dei Conti pubblici.

Allo stesso modo, in questo governo con pochi cambiamenti, Agnès Pannier-Runacher rimane alla Transizione ecologica. Gli ex primi ministri Elisabeth Borne e Manuel Valls sono stati confermati, rispettivamente, all'Istruzione e ai Territori d'Oltremare, il processo per corruzione a suo carico previsto per settembre 2026."]">Catherine Vautrin (Salute e Lavoro) e Rachida Dati dei Républicains come ministra della Cultura, nonostante la sua candidatura a sindaco di Parigi e il processo per corruzione a suo carico, previsto per settembre 2026.

Lecornu ha lanciato un appello ai suoi ministri, chiedendo loro di essere «negoziatori e di trovare compromessi con tutti i parlamentari». Una richiesta, quella del premier, segnata dal fatto che è privo della maggioranza all'Assemblea nazionale e minacciato di censura dall'opposizione. Questo governo «assomiglia alla base comune» della destra e del centro della precedente coalizione di governo e «unisce la stabilità», poiché «alcuni attori e amministrazioni hanno bisogno di continuità, e il rinnovamento, dato che tra i ministri nominati oggi, un terzo non apparteneva al governo precedente», sostiene Lecornu tramite il suo entourage. Il suo «primo obiettivo sarà quello di far approvare un bilancio per la Francia entro la fine dell'anno e di guidare alcuni grandi progetti di interesse nazionale per i nostri concittadini», ha aggiunto la medesima fonte.

Appena costituito, il governo è già minacciato di caduta da sinistra e dall'estrema destra. Il presidente del partito di estrema destra Rassemblement national (RN) Jordan Bardella lo ha definito un governo «composto dagli ultimi macronisti aggrappati alla zattera della Medusa», mentre per Jean-Luc Mélenchon, leader di LFI (sinistra radicale), questo «corteo di fantasmi non reggerà».

«La scelta di questo governo identico al precedente, condito dall'uomo che ha portato la Francia alla bancarotta, è patetica», ha dichiarato la leader del partito di estrema destra Marine Le Pen, alludendo all'ex capo del ministero delle Finanze Bruno Le Maire, che fa il suo ritorno alle Forze Armate. «Siamo sbalorditi», ha aggiunto, senza però rivelare le sue intenzioni su un'eventuale mozione di censura all'Assemblea nazionale.

Da parte sua l'alleato Eric Ciotti ha affermato che «questo governo è un affronto ai francesi», deplorando anche «il ritorno dell'uomo dei 1'000 miliardi di debiti». Mentre il leader dei deputati socialisti Boris Vallaud ha denunciato l'«ostinazione» dei macronisti che «ogni giorno immergono un po' di più il Paese nel caos».

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