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Salvini: «Elmetti, fucili e divisa UE? Non manderemo i nostri figli a combattere»

Il leader della Lega a Pontida mette ancora una volta in chiaro come la pensa sulle questioni militari. E il generale Vannacci: «No alla società meticcia»
Foto Imago
Salvini: «Elmetti, fucili e divisa UE? Non manderemo i nostri figli a combattere»
Il leader della Lega a Pontida mette ancora una volta in chiaro come la pensa sulle questioni militari. E il generale Vannacci: «No alla società meticcia»

PONTIDA - Uno, il capitano Salvini, che batte i pugni sul tavolo delle questioni militari e ribadisce che l'esercito europeo è roba forse neanche da film fantasy; l'altro, il generale Vannacci, che oppresso dagli incubi notturni provenienti dal "mondo al contrario" mette tutti sugli attenti in fatto di faccende razziali: «No alla società meticcia» tuona dal palco di Pontina, la sua nuova residenza politica.

È la domenica del sole delle Alpi, il raduno del popolo leghista un tempo solo nordista e oggi geograficamente trasversale perché i tempi cambiano e fa cambiare anche la politica dei suoi uomini al comando.

Santificato dai compagni di ventura sovranista - Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National lo ha definito «un esempio per l'Europa delle nazioni, Santiago Abascal un valoroso politico che resta fedele a «un'Europa delle patrie - il vice presidente del Consiglio ha sfoderato il meglio del suo credo politico sin dalle battute iniziali del suo discorso.

«Non manderemo mai i nostri figli a combattere in Ucraina e diciamo "no" all'esercito europeo» ha detto il leader leghista, dopo avere osservato un minuto di silenzio in memoria di Charlie Kirk.

Niente elmetti, fucili e divise UE per i giovani italiani, promette il capitano, che chiude anche all'ipotesi "Due popoli, due Stati" qualora avesse termine la tragedia che si sta consumando nella Striscia di Gaza. «Finché ci saranno i tagliagole di Hamas a tenere in ostaggio i bambini palestinesi e israeliani non è possibile» ha affermato, una posizione che contrasta completamente con quella assunta dal ministro degli Esteri Tajani.

Poi alla folla assiepata sul pratone di Pontida ha offerto i temi cari agli elettori leghisti: flat tax «da estendere a tutti», cartelle esattoriali «da cancellare per liberare 20 milioni di italiani dal giogo del fisco», Ponte sullo Stretto «dopo 150 anni noi lo realizzeremo dando lavoro a giovani, imprese e architetti di tutta Italia».

Il popolo leghista - fedele alle ricorrenze - viene chiamato a raccolta per il 14 febbraio: in quella data è l'amore per l'Occidente che scenderà in piazza, con una manifestazione indetta per difendere i valori di questa civiltà. Chiede «impegno» Salvini alla sua gente, in cambio «vi offro la mia vita». La retorica da condottiero davanti alla spada levata del mito leghista Alberto da Giussano fa sempre la sua bella figura e ai leghisti piace tanto.


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