Cerca e trova immobili
BRASILE

Bolsonaro condannato a 27 anni di carcere

Secondo la procura e la Corte, avrebbe complottato con militari e fedelissimi per sovvertire l’ordine democratico dopo la sconfitta elettorale del 2022 contro Luiz Inácio Lula da Silva
Imago
Fonte Sda / Von Philipp Znidar
Bolsonaro condannato a 27 anni di carcere
Secondo la procura e la Corte, avrebbe complottato con militari e fedelissimi per sovvertire l’ordine democratico dopo la sconfitta elettorale del 2022 contro Luiz Inácio Lula da Silva

BRASILIA - L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è stato condannato a più di 27 anni di reclusione per aver orchestrato un tentativo di colpo di Stato. La maggioranza della camera a cinque giudici della Corte Suprema federale lo ha riconosciuto colpevole, come mostrato dalla diretta televisiva di giovedì sera (ora locale). Bolsonaro diventa così il primo ex capo di Stato brasiliano condannato per un simile reato.

Il 70enne non era presente in aula al momento della sentenza: dall’inizio di agosto si trova agli arresti domiciliari per violazione delle misure cautelari. La decisione, inizialmente prevista per venerdì, non sarà immediatamente esecutiva, poiché restano possibili ricorsi. Tuttavia, secondo gli esperti, è improbabile che l’esito venga ribaltato.

Le accuse: i piani di golpe dopo la sconfitta elettorale - Secondo la procura e la Corte, Bolsonaro avrebbe complottato con militari e fedelissimi per sovvertire l’ordine democratico dopo la sconfitta elettorale del 2022 contro Luiz Inácio Lula da Silva. L’obiettivo era proclamare lo stato d’emergenza e imporre nuove elezioni. Tuttavia, non ottenne l’appoggio dei vertici delle forze armate.

L’8 gennaio 2023, pochi giorni dopo l’insediamento di Lula, i sostenitori di Bolsonaro assaltarono il Congresso, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale a Brasília. Pur trovandosi negli Stati Uniti in quel momento, l’ex presidente è stato ritenuto indirettamente responsabile degli eventi. Inoltre, secondo l’accusa, era a conoscenza di presunti piani di assassinio contro Lula, il vicepresidente Geraldo Alckmin e il giudice Alexandre de Moraes.

La difesa di Bolsonaro ha respinto le accuse definendole infondate e parlando di un “processo politico” privo di garanzie di imparzialità. Gli avvocati hanno sottolineato come il giudice Moraes, sia figura chiave nelle indagini sia presunta vittima del complotto, avrebbe reso inevitabile una “pre-condanna”.

Le imputazioni e i coimputati - Oltre al tentato colpo di Stato, Bolsonaro è stato riconosciuto colpevole di violenta sovversione dello Stato di diritto, associazione a delinquere, danneggiamento di beni culturali tutelati, distruzione di proprietà pubblica. Nello stesso processo sono stati condannati anche sette alti ufficiali ed ex ministri, tra cui l’ex ministro della Difesa Paulo Sérgio Nogueira, l’ammiraglio Almir Garnier e l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Augusto Heleno.

La sentenza dei giudici - Il giudice Moraes ha definito Bolsonaro «capo di un’organizzazione criminale», citando prove dettagliate: attacchi pubblici al sistema elettorale, riunioni segrete con ministri e ambasciatori, bozze di decreti golpisti e le violenze dell’8 gennaio. «Non è stata una domenica al parco, né una gita a Disneyland», ha detto, riferendosi all’assalto alle istituzioni.

Quattro dei cinque giudici hanno votato per la condanna; l’unico a esprimersi per l’assoluzione è stato Luiz Fux, secondo cui le prove non giustificavano l’accusa di colpo di Stato.

Poiché il procedimento si è svolto davanti alla Corte Suprema, non esiste un grado superiore di giudizio. Un riesame sarebbe stato possibile solo con almeno due voti contrari. Rimane la possibilità di ricorsi su questioni formali, ma non su aspetti sostanziali della condanna.

Il parallelo con gli Stati Uniti - Il caso ha attirato l’attenzione internazionale per le analogie con gli eventi del 6 gennaio 2021 a Washington. Bolsonaro, spesso soprannominato il “Trump dei tropici”, era considerato un alleato dell’ex presidente USA. Le immagini delle rivolte a Brasília hanno evocato quelle dell’assalto a Capitol Hill.

Donald Trump, reagendo alla condanna, si è detto «sorpreso» e ha definito Bolsonaro «un buon presidente». Ha poi paragonato la vicenda alla sua, parlando di «caccia alle streghe». Il suo ex segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato possibili contromisure, senza specificarne i dettagli.

Un momento storico per il Brasile - Per il politologo Oliver Stuenkel, docente alla Fundação Getulio Vargas di San Paolo, la condanna segna un passaggio storico: «Nella storia del Brasile ci sono stati numerosi tentativi di colpo di Stato, ma raramente i responsabili sono stati chiamati a rispondere davanti alla giustizia. A differenza dell’Argentina, il Brasile non aveva mai affrontato pienamente questo capitolo. È un momento cruciale per la democrazia del Paese».

Se in passato ex presidenti erano stati condannati per corruzione – come Fernando Collor de Mello e lo stesso Lula, poi rientrato in carica – mai nessuno era stato giudicato colpevole di aver tentato di rovesciare l’ordine democratico.

Reazioni e prospettive - Il Brasile resta un Paese profondamente diviso: da un lato i sostenitori di Lula, dall’altro quelli di Bolsonaro, molti dei quali vedono la condanna come un atto politico. Altri, invece, la considerano la prova della solidità delle istituzioni.

Nei prossimi giorni non si escludono proteste, ma secondo Stuenkel violenze su larga scala sono improbabili: «Questa sentenza, a prescindere dagli sviluppi, rappresenta uno dei momenti più importanti di consolidamento della democrazia brasiliana dalla fine della dittatura».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE