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ISRAELE / HAMAS

Hamas accetta il cessate il fuoco: «Ora la palla è nel campo di Israele»

Presentata da Egitto e Qatar, la proposta di tregua include il rilascio di 10 ostaggi israeliani vivi e di 18 morti e la consegna di aiuti a Gaza. Per il momento però Tel Aviv frena: «No ad accordi parziali».
AFP
Fonte ats ans
Hamas accetta il cessate il fuoco: «Ora la palla è nel campo di Israele»
Presentata da Egitto e Qatar, la proposta di tregua include il rilascio di 10 ostaggi israeliani vivi e di 18 morti e la consegna di aiuti a Gaza. Per il momento però Tel Aviv frena: «No ad accordi parziali».

GAZA - Una fonte di Hamas ha reso noto ad Al Jazeera che il movimento ha accettato la nuova proposta per un cessate il fuoco a Gaza presentata da Egitto e Qatar: «Abbiamo informato i mediatori del nostro accordo sulla proposta presentata ieri». Ora tocca a Israele scegliere: «La palla è nel suo campo», ha precisato il capo del servizio di informazione egiziano Diaa Rashwan, aggiungendo che i mediatori Egitto e Qatar hanno preparato la nuova proposta sulla base di un recente piano dell'inviato USA Steve Witkoff.

La nuova proposta di cessate il fuoco include il rilascio di 10 ostaggi israeliani in vita e di 18 deceduti, la consegna di aiuti a Gaza attraverso organizzazioni umanitarie, la Mezzaluna Rossa e le Nazioni Unite, e un cessate il fuoco di 60 giorni. I negoziati per porre fine alla guerra inizieranno con l'inizio del cessate il fuoco.

«Hamas ha fornito la sua risposta ai mediatori, confermando che insieme alle fazioni ha accettato la nuova proposta di cessate il fuoco senza richiedere emendamenti», ha dichiarato un'altra fonte di Hamas all'agenzia di stampa Afp. Una fonte palestinese vicina ai negoziati ha dichiarato che i mediatori «dovrebbero annunciare il raggiungimento di un accordo e fissare una data per la ripresa dei colloqui». La fonte ha aggiunto che «i mediatori hanno fornito ad Hamas e alle fazioni garanzie per l'attuazione dell'accordo, insieme all'impegno a riprendere i colloqui per cercare una soluzione permanente».

Un altro funzionario palestinese stamane aveva riferito che i mediatori avevano proposto una tregua iniziale di 60 giorni e il rilascio degli ostaggi in due fasi. Una fonte della Jihad Islamica ha dichiarato che il piano prevedeva un cessate il fuoco di 60 giorni «durante i quali 10 ostaggi israeliani sarebbero stati rilasciati vivi, insieme a diversi corpi». Secondo la stessa fonte, «i prigionieri rimanenti sarebbero stati rilasciati in una seconda fase, con negoziati immediati a seguire per un accordo più ampio» per una fine definitiva della guerra «con garanzie internazionali», ha aggiunto la fonte.

La replica israeliana - Non si è fatta attendere la replica israeliana, arrivata per bocca del ministro della Difesa Israel Katz: «Hamas è disposta a discutere un accordo per il rilascio degli ostaggi, solo per paura che intendiamo seriamente conquistare Gaza City».

Katz, parlando con alti ufficiali delle Idf durante la visita, presente il premier Benjamin Netanyahu e il capo di stato maggiore delle Idf, Eyal Zamir, ha detto che la conquista di Gaza City «porterà alla sconfitta di Hamas».

«L'attenzione su Gaza City deriva dal fatto che è un centro di gravità militare, governativo e simbolico. La leadership è lì, e lì rimangono le infrastrutture centrali dell'ala militare. Hamas sa anche che questo è ora il fulcro del suo potere», afferma Katz. Pertanto, ha aggiunto - «vediamo che per la prima volta, dopo settimane in cui Hamas non era affatto disposta a discutere alcun accordo per il rilascio degli ostaggi, nonostante la Turchia e il Qatar si fossero già rivolti a lui, improvvisamente la questione è sul tavolo«.

«Il motivo è chiaro: solo il timore che intendiamo seriamente conquistare Gaza City rende Hamas disposto a discutere», conclude. Una tesi, questa, sposata anche dal Ministro della sicurezza nazionale Ben Gvir che ha avvertito che il primo ministro Benjamin Netanyahu «non ha il mandato per un accordo parziale».

«Il governo ha una netta maggioranza e un'ampia rete di sicurezza per la restituzione degli ostaggi. Netanyahu, questo non è il momento di esitare, è il momento di fare le scelte giuste per la nazione e per la sicurezza», scrive su X il falco della destra, che si era ritirato dal governo dopo il primo accordo ed ha minacciato di farlo di nuovo.

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