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CAMBOGIA/THAILANDIA

Thailandia-Cambogia, il conflitto si allarga

Il Primo ministro ad interim thailandese, Phumtham Wechayachai: «L'episodio di aggressione sta crescendo e potrebbe arrivare al livello di una guerra», ha dichiarato.
Foto AFP
Thailandia-Cambogia, il conflitto si allarga
Il Primo ministro ad interim thailandese, Phumtham Wechayachai: «L'episodio di aggressione sta crescendo e potrebbe arrivare al livello di una guerra», ha dichiarato.

BANGKOK/PHNOM PENH - Dal livello di alterco, come lo ha definito ancora oggi il Primo ministro ad interim thailandese Phumtham Wechayachai, a «guerra» vera e propria, come lo stesso capo di governo teme possa trasformarsi lo scontro militare in atto da ieri lungo il confine tra Cambogia e Thailandia.

Timori non del tutto infondati, se è vero - come affermato da fonti militari alla BBC - che i combattimenti si sono estesi oggi a 12 località e il numero di sfollati è passato dai 40mila di ieri ai 130mila di oggi.

Gli scontri tra soldati cambogiani e thailandesi sarebbero ripresi all’alba di oggi (25 luglio) nelle province di Ubon Ratchathani e Surin: ad affermarlo è l'esercito thailandese.

«Le forze cambogiane - hanno dichiarato in una nota - hanno effettuato un bombardamento sostenuto utilizzando armi pesanti, artiglieria da campo e sistemi di razzi BM-21. Le forze thailandesi hanno risposto con un fuoco di supporto adeguato in base alla situazione tattica».

Il rischio che si sia alla vigilia dell'apertura di una nuova guerra lo ha ribadito sempre il Primo ministro thailandese: «Questo attuale episodio di aggressione - ha detto ai giornalisti - sta crescendo e potrebbe arrivare al livello di una guerra. Finora ciò che abbiamo fatto è stato proteggere con armi pesanti la nostra terra e la sovranità della nostra nazione, ma gli scontri transfrontalieri «potrebbero degenerare».

Mentre il bilancio delle vittime degli sconti di ieri è salito a 15, si intensificano gli sforzi per cercare di riportare su un terreno diplomatico la contesa fra i due Stati. Ci ha provato la Malesia, che ha invitato Cambogia e Thailandia a fare un passo indietro, ma il primo ministro della Cambogia, Hun Manet, ha affermato di «aver sostenuto una proposta della Malesia per un cessate il fuoco, che la Thailandia inizialmente aveva accettato, solo per poi cambiare decisione».

La lunga disputa sulle terre di confine - alimentata da un forte senso nazionalista - si è riaccesa mercoledì scorso dopo che cinque soldati thailandesi erano rimasti feriti da una mina antiuomo, che secondo i militari thailandesi era stata posizionata dai soldati di Phnom Penh: un'accusa negata dai vertici militari cambogiani.

Intanto il governo thailandese ha reso noto di avere decretato la legge marziale in otto distretti del paese che confinano con la Cambogia.


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