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THAILANDIA/CAMBOGIA

Razzi su un ospedale. Bangkok: «È un crimine di guerra»

Il ministro della Salute thailandese conferma il numero dei morti: sono 12, tra cui 11 civili e un soldato. Cina e UE invitano alla de-escalation.
Foto AFP
Fonte Bangkok Post/ATS/Guardian
Razzi su un ospedale. Bangkok: «È un crimine di guerra»
Il ministro della Salute thailandese conferma il numero dei morti: sono 12, tra cui 11 civili e un soldato. Cina e UE invitano alla de-escalation.

BANGKOK/PHNOM - C'è anche il bombardamento di un ospedale fra le azioni militari che hanno segnato la ripresa delle ostilità fra Cambogia e Thailandia. A riferirlo è il ministro della Salute thailandese, Somsak Thepsuthin: a suo dire, l'attacco al nosocomio «dovrebbe essere considerato un crimine di guerra».

Il ministro ha anche dichiarato che «sono 12, tra cui 11 civili e un soldato» le persone rimaste uccise nei bombardamenti dell'artiglieria delle forze cambogiane. Tra i morti figura anche un bambino di 8 anni. La notizia è stata rilanciata dal Guardian, che cita l'agenzia Reuters.

Trentuno sarebbero invece i feriti (24 fra i civili e sette nelle file dell'esercito).

Le aree colpite sono quelle di Surin, Ubon Ratchathani, Sisaket e Buriram.

«I colpi di artiglieria sono caduti sulle case della gente», ha detto invece Sutthirot Charoenthanasak, capo del distretto di Kabcheing, nella provincia di Surin.

Entrambe le parti hanno aperto il fuoco giovedì mattina presto nei pressi del conteso tempio di Ta Moan Thom, lungo il confine tra Cambogia e Thailandia, circa 360 km a est della capitale thailandese Bangkok, accusandosi a vicenda di aver dato inizio al conflitto. La situazione è rapidamente degenerata, con la Thailandia che ha accusato la Cambogia di aver lanciato razzi e Bangkok che ha effettuato attacchi aerei su obiettivi militari cambogiani. Le autorità thailandesi hanno evacuato 40'000 civili da 86 villaggi di confine.

Sugli scontri tra l'esercito di Phnom Pehn e quello di Bangkok si è espressa la UE tramite un portavoce: «Siamo profondamente preoccupati per la recente escalation delle tensioni, con segnalazioni di vittime, anche tra i civili. L’Unione europea chiede una de-escalation di questo conflitto ed esortiamo la Cambogia e la Thailandia a dar prova di moderazione, a riprendere il dialogo e a dare priorità alla sicurezza della popolazione».

Da Bruxelles esortano «tutte le parti ad agire secondo i principi del diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, in termini di risoluzione di eventuali controversie internazionali».

Preoccupazione è stata espressa anche dalla Cina, che invita le parti «ad accomodare le differenze attraverso il dialogo e le consultazioni».

L'auspicio, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun nel briefing quotidiano, «è la gestione appropriata» della crisi in cui Pechino manterrà «una posizione equa e imparziale».

Thailandia e Cambogia sono due Paesi vicini con cui la Cina ha sviluppato i suoi rapporti amichevoli, ha aggiunto Guo, ricordando che entrambe fanno parte dell' Asean, il blocco di 10 nazioni del sudest asiatico.

«Il buon vicinato, l'amicizia e la corretta gestione delle divergenze sono interessi fondamentali e a lungo termine delle parti: siamo profondamente preoccupati per l'attuale sviluppo degli eventi e auspichiamo che possano risolvere adeguatamente le questioni attraverso il dialogo e le consultazioni» ha ribadito Guo.

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