La guerra tra Cambogia e Thailandia: ci sono i primi morti


Fra le vittime anche un ragazzino thailandese di 12 anni.
Fra le vittime anche un ragazzino thailandese di 12 anni.
BANGKOK/PHNOM PENH - Un intensificarsi dei combattimenti: è quello che alla BBC hanno raccontato alcuni residenti del distretto di Ban Dan, nella provincia di Buriram (Thailandia), vicino al confine con la Cambogia.
L'improvvisa riapertura delle ostilità fra i due Paesi - che si rimpallano la responsabilità di chi per primo ha aperto il fuoco questo giovedì - ha già provocato i primi morti (12 secondo l'Esercito Reale thailandese, 14 i feriti): fra le vittime - come ha dichiarato un funzionario all'emittente pubblica Thai PBS - vi sarebbe anche un ragazzino di 12 anni, ucciso dai razzi lanciati dall'esercito cambogiano; il capo del Distretto di Kab Choeng nella Provincia di Surin, dove un'altra persona è rimasta uccisa, ha detto che tra le 30 e 40mila persone in fuga dai villaggi sul confine - dove sono ripresi gli scontri a fuoco - vengono indirizzate in aree dove sono presenti anche dei rifugi di sicurezza. Il governo thailandese ha anche deciso la chiusura delle scuole al confine con la Cambogia.
La disputa è antica e affonda le sue radici nella delimitazione di epoca coloniale della frontiera, ai tempi dell'Indocina cinese. Al centro della controversia vi sono diversi templi di epoca khmer, tra cui il celebre Preah Vihear: nonostante la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 1962 lo abbia assegnato alla Cambogia, le aree circostanti restano oggetto di forti rivendicazioni territoriali e scontri a fuoco ricorrenti, culminati tra il 2008 e il 2011 con almeno 28 morti e migliaia di sfollati.
Rispetto però ai precedenti scontri fra le due forze militari avvenuti anche nel recente passato e che si limitavano spesso a colpi di artiglieria leggera, quanto sta avvenendo da qualche ora evidenzia un ricorso a un tipo di armamento di maggiore impatto distruttivo: ai razzi dell'esercito cambogiano fatti partire dalle postazioni mobili, le forze di Bangkok hanno risposto facendo decollare sei Jet F-16 che hanno effettuato attacchi aerei su un paio di obiettivi militari in Cambogia, come dichiarato dal vice portavoce dell'esercito thailandese Ritcha Suksuwanon.
The video was recorded from the Cambodian side, showing weapons being fired at civilian homes on the Thai side, causing injuries and damage. In response, Thai soldiers were forced to retaliate this morning.#Combodia #Thailand pic.twitter.com/QBRX6hwXfW
— TAU (ต้อ) (@NC31Aug) July 24, 2025
Il Bangkok Post riporta anche alcuni dettagli sulle azioni militari che hanno preceduto la nuova ondata di attacchi da una parte e dall'altra del fronte: stando a quanto riportato dal quotidiano thailandese, a dare il via ai combattimenti sarebbero stati «sei soldati cambogiani che si sono poi avvicinati a una recinzione di filo spinato davanti alla base militare thailandese, armati con armi tra cui lanciarazzi», che poi «sono stati lanciati» oltre che sulla base militare anche «verso Si Sa Ket».
I soldati thailandesi presenti nella base - riporta sempre il Bangkok Post - avrebbero «urlato per invitare i loro omologhi cambogiani a non intensificare il conflitto».
Ma il successivo attacco cambogiano - come dimostrato da alcuni video che stanno circolando in rete - ha definitivamente spento qualsiasi ipotesi di un arresto immediato del confronto armato che si sta sviluppando in sei località lungo la frontiera contesa.
[Breaking] The Second Army Region reports that BM-21 rockets fired from the Cambodian side have hit a PTT gas station in Ban Phue, Kantharalak District, Sisaket Province, leaving many students and civilians injured.#Thailand #Cambodia #ไทยกัมพูชา #ชายแดนไทยกัมพูชา pic.twitter.com/3moE6Jwqjm
— Thai Enquirer (@ThaiEnquirer) July 24, 2025
I segnali di guerra si intravedevano da alcuni giorni: un’esplosione di una mina antiuomo, ieri, aveva ferito cinque soldati thailandesi, «uno dei quali ha perso una gamba», vicino al valico di frontiera di Chong An Ma, nella provincia di Ubon Ratchathani.
L’esercito thailandese ha affermato che le mine sono state recentemente piazzate dalla Cambogia, accusa respinta dal suo Primo ministro Hun Manet che su Facebook ha fatto sapere che «le forze thailandesi avevano attaccato posizioni militari cambogiane presso i templi di Preah Vihear e Ta Krabei, nella provincia di Oddar Meanchey» e aggiungendo che «la Cambogia mantiene sempre una posizione favorevole alla risoluzione pacifica delle questioni, ma in questo caso non abbiamo altra scelta che rispondere con la forza armata contro questa invasione armata».
After
— Baba Banaras™ (@RealBababanaras) July 24, 2025
Russia-Ukraine
Israel-Palestine
Israel-Iran
India-Pakistan
Now Thailand -Cambodia
At least two Combodian military positions were destroyed including Brigade HQ in Airstrikes by Royal Thai Airforce. pic.twitter.com/vG9PBZKLDp
Lo stesso Hun Manet ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di convocare una «riunione urgente».
«Considerando le recenti gravissime aggressioni da parte della Thailandia, che hanno minacciato la pace e la stabilità nella regione, vi chiedo vivamente di convocare una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza», ha scritto Hun Manet in una lettera indirizzata al presidente in carica del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite Asim Iftikhar Ahmad.
Entrambi i governi dichiarano comunque pubblicamente di non voler un conflitto su larga scala, ma la retorica bellica e le misure di ritorsione adottate da entrambe le parti vanno in altra direzione.