Trump show: «Mi piacerebbe diventare Papa»


In Michigan un tycoon scatenato ne ha per tutti: «Chi non produce qui negli States, sarà massacrato»
In Michigan un tycoon scatenato ne ha per tutti: «Chi non produce qui negli States, sarà massacrato»
WASHINGTON - Se dipendesse da lui, dal Conclave dovrebbe uscire un Papa americano: il problema è che ci si troverebbe davanti a un'inconciliabilità di cariche, visto che il nome indicato a chi gli chiedeva "chi vedrebbe come Pontefice" è da 100 giorni anche il presidente degli Stati Uniti.
Donald Trump non avrebbe problemi a sostituire Francesco e andare a ricoprire la più alta carica della Chiesa: «A me piacerebbe fare il Papa» ha detto.
Novanta minuti di fuoco all'auditorium di Macomb, in Michigan, dove il Capo della Casa Bianca ha arringato la folla a suon di sbandieramenti di primati che a suo avviso avrebbe conseguito nei suoi primi 100 giorni di presidenza.
Il mondo, là fuori, anche quello a stelle e strisce, sembra però non pensarla come lui e non mostra contentezza da vendere, come dimostrerebbero anche i dati sul calo di popolarità del "business-man presidente" rilevati dai sondaggi.
Gli americani, la salubrità economica del Paese la constatano quando - buttati gli occhi dentro al portafogli - tirano fuori i dollari per comprare le uova: per l'americano medio, l'economia del suo Paese si misura non con degli indici calati dai massimi sistemi ma con la ben più modesta e frivola tendenza di prezzo di un articolo da pollaio; se il prezzo delle uova sale, vuol dire che le cose si stanno mettendo male.
Per il presidente americano il costo delle uova sarebbe però sceso a picco, calando giù fino all'87%. Quello che i consumatori però vedono sullo scontrino è altro: se si dice che in Michigan il prezzo delle uova è leggermente calato, nel resto del Paese continua a salire. Brutto segno per il famoso portafogli dove allungano gli occhi i consumatori americani.
Ma Trump tira dritto: «Questo è solo l'inizio, non avete visto ancora niente» ha annunciato con toni entusiastici. Per lui l'inflazione è in calo, mentre «sono le fake-news che sono in rialzo», ha detto, criticando - pur non nominandolo - il capo della Banca centrale americana Jerome Powell.
Sprizza gioia da tutte le lentiggini anche se gli salta in mente di parlare di automotive: «Molti posti di lavoro nel settore automobilistico stanno tornando», ha rassicurato il suo popolo, facendolo tra l'altro in una terra che poi è anche la patria del settore auto essendo Detroit chiamata "Motor City".
Sull'argomento non riesce proprio a trattenersi: «Chi non viene a produrre auto qui da noi, sarà massacrato». E a chi gli fa notare il passo indietro sui dazi proprio in questo settore, si affretta a portare come a scuola la giustifica: «Solo un po' di flessibilità, gli abbiamo concesso solo un po' di tempo. Saranno massacrati se non ci riusciranno», ripete.
Si accanisce anche sul povero ex presidente Biden, bersagliandolo con un sondaggio che sfrutta per chiedere come si vorrebbe chiamarlo, se «sleepy», addormentato, o «crooked», corrotto. Mai domo, torna poi all'attualità per mettere all'angolo anche il capo del Pentagono, immemore di averlo messo proprio lui in quel posto: «Non mi fido di lui al 100%». Non proprio la classica iniezione di fiducia.
Ma prima di arrivare al gran finale che ha già previsto in scaletta, riesce anche a dare del «bravo ragazzo» a Jeff Bezos, il signor Amazon, dove averlo tirato per le orecchie nel corso di una telefonata in cui lo avvertiva di non gradire che il colosso facesse sapere ai clienti quale fosse il prezzo da pagare per la crociata trumpiana dei dazi.
La bacchettata telefonica produrrà un timorato comunicato di Amazon dove si smentisce fosse mai passato per la testa dei vertici aziendali una tanto scellerata e irriguardosa presa in considerazione di tale ipotesi.
Con tutto questo ben di Dio di snervante comizio, impossibile non finire alla solita maniera: dandosi al ballo. Sa di non potere deludere i suoi fan che - come l'ultima canzone dei bis di un concerto - non possono andarsene via non prima di deliziarsi vedendolo prodigarsi in movenze e passi di danza divenuti ormai celebri, accompagnati dalle note del celebre brano dei Village People, YMCA.
È il bello e il ballo della Tru(m)p dance. Uno spettacolo.