«Il mondo ha bisogno di più gentilezza»


La rappresentante svizzera dell'Eurovision Song Contest di Basilea si racconta.
LUGANO - Zoë Më rappresenterà la Svizzera all'Eurovision Song Contest di Basilea con il suo brano "Voyage". L'abbiamo incontrata e lei si è raccontata.
Non rappresenti soltanto la Svizzera all’Eurovision Song Contest, ma anche la tua città natale, Basilea, che quest’anno ospita la competizione canora. Sei emozionata?
«Si assolutamente. Quando mi hanno detto che avrei rappresentato la Svizzera sono quasi impazzita di gioia. Ho percepito e percepisco tuttora un grande senso di onore».
Cosa si prova a rappresentare il proprio Paese in un contesto tanto famigliare come quello di casa? La scena artistica locale ti sostiene?
«Sono nata a Basilea, ma in cuor mio sono friburghese. Ed è proprio la scena musicale di Friborgo che mi sostiene maggiormente».
Sempre parlando di Eurovision, che relazioni hai con Nemo? Vi siete visti di recente?
«Nemo è una persona splendida, che ha fatto cose davvero spettacolari. L'ho sentito un po' di tempo fa, quando si è congratulato per la mia nomina all'Eurovision. Ma ho avuto più contatti con Gjon's Tears, che aveva rappresentato la Svizzera nel 2020 e nel 2021. È un amico di lunga data. Mi ero detta che se mi avessero nominata, Gjon sarebbe stata la prima persona a cui l'avrei detto».
E con Remo Forrer invece, che ha rappresentato la Svizzera l'anno prima di Nemo?
«Con lui ho una relazione più importante, perché ho partecipato alla prima fase della sua tournée, che è stata incredibile. Ora, i fan di Remo sono anche un pochino miei e mi riconoscono per aver cantato assieme a lui sul palco. Se ci stai ascoltando Remo, ti mando tanti baci».
La canzone che porterai in competizione si chiama “Voyage”. Di cosa parla e dove hai tratto ispirazione per scriverla?
«Viviamo in un mondo in cui esiste molta negatività e volevo dunque scrivere una canzone che trasmetteva gentilezza. E ho scelto questa immagine dei fiori che sono più belli quando vengono annaffiati, piuttosto che tagliati. Una metafora per dire che gli esseri umani, se vengono "annaffiati" e dunque trattati bene, possono evolvere e diventare la migliore versione di loro stessi».
Da un punto di vista linguistico sei un’artista unica nel suo genere, perché mixi tedesco, francese e addirittura italiano all’interno dei tuoi testi. Cosa si prova a passare da una lingua all'altra con tale rapidità?
«Parlare molte lingue è uno dei cardini portati della mia personalità. È interessante perché se scrivo qualcosa in francese, lo scrivo diversamente da come lo scriverei in tedesco. E questa cosa mi piace perché mi permette di dire le cose da punti di vista diversi. In francese sono più dolce, mentre in tedesco sono più diretta, più "cool" in un certo senso».