Che fare col ragazzo che mi piace? Lo chiedo a ChatGPT: il video

Da come vestirsi al primo appuntamento a come risolvere una lite con un amico. L'IA sempre più usata anche per l'affettività. Lo psichiatra Michele Mattia: «Così non saremo più capaci di pensare».
Da come vestirsi al primo appuntamento a come risolvere una lite con un amico. L'IA sempre più usata anche per l'affettività. Lo psichiatra Michele Mattia: «Così non saremo più capaci di pensare».
LUGANO - Come posso fare la pace con l'amica del cuore? Come posso vestirmi al primo appuntamento con la ragazza che mi piace? A ChatGPT c'è chi chiede di tutto. Anche le cose più banali. Tio.ch, come si vede nel video, ha raccolto alcune opinioni per le vie di Bellinzona. Nel frattempo va ricordato che uno studio del Mit Media Lab, istituto di ricerca a Cambridge, parla chiaro: l'uso persistente dell'Intelligenza Artificiale sembrerebbe peggiorare memoria e cervello. «Figuriamoci quando si arriva a porre al chatbot domande che riguardano soprattutto le emozioni», sottolinea lo psichiatra Michele Mattia.
ChatGPT spopola sempre di più tra i giovani svizzeri. Lo indica anche lo studio Digimonitor fatto a livello nazionale. Questo trend la preoccupa?
«Ci si fida ciecamente di cosa risponde ChatGPT. Si sta creando una società acritica, passiva, incapace di avere un pensiero. Non ci si rivolge più a ChatGPT solo per domande curiose. Bensì anche per questioni legate alla sfera sentimentale e affettiva».
A lungo andare cosa può portare questo atteggiamento?
«Pensiamoci. Anche nella vita reale più ci affidiamo a qualcun altro, più noi riduciamo le nostre capacità di autonomia, di auto efficacia. Non siamo più in grado di prendere una decisione da soli. In una società sempre più fragile diventa dunque pericoloso affidarsi in tutto e per tutto a un algoritmo».
È il sintomo di un mondo sempre più superficiale?
«Forse. Una volta si estremizzava la religione. Si chiedeva a Dio come fare per ogni cosa. Ora il nuovo Dio è ChatGPT. Se ne fa un sovra utilizzo sbagliato. A un certo punto ci eravamo evoluti. Eravamo arrivati ad affermare "Io penso, dunque esisto". Adesso stiamo facendo di nuovo retromarcia».
Soffermiamoci sulle nuove generazioni. Sul medio termine, se non si corre ai ripari, cosa potrebbe accadere?
«Fino ai 25 anni il nostro corpo e il nostro cervello sono in fase di sviluppo. Al di sotto di quest'età è importante fare esperienze che facciano maturare la persona. Se un giovane per questioni banali si rivolge sempre a internet rischia di crescere con uno sviluppo disfunzionale del sistema neurologico. Ed è una questione fisiologica. Si modifica proprio la struttura cerebrale».
Con quali conseguenze?
«La parte dell'auto affermazione è sempre più vacillante. Insicura. Immatura. La persona potrebbe svilupparsi in maniera meno strutturata, trasformando la sua insicurezza in impulsività, in aggressività».
Lei con ChatGPT ha fatto diversi test.
«Uno in particolare mi è rimasto impresso. Sapevo di un ristorante chiuso più di un anno fa. Internet me lo segnalava ancora aperto. Ho chiesto a ChatGPT cosa pensasse di quel ristorante. Mi ha fatto una buona recensione...»
E lei cosa ha replicato?
«Ho fatto notare a ChatGPT che il ristorante era chiuso da oltre un anno. Come risposta mi è arrivato un "non lo sapevo". Insomma...»
Potesse lanciare un messaggio ai giovani su questo tema, cosa direbbe?
«Che ChatGPT può essere al massimo un supporto. Uno spunto. Ma alla fine a comandare deve sempre essere il nostro cervello. Non vale solo per i giovani però. La bassa autostima è un problema anche delle persone più adulte. Continuare a delegare alla tecnologia tutti i nostri bisogni ci trasforma in persone incapaci di avere un'opinione».




