Mobilitazione straordinaria per la statua di Satoshi


L’atto vandalico commesso a Lugano contro l’opera d’arte dedicata al creatore di Bitcoin ha scatenato un’imponente reazione su scala globale. Esperti, influencer e media si sono uniti per firmare la petizione a sostegno del ripristino della statua e condannare l’episodio.
L’atto vandalico commesso a Lugano contro l’opera d’arte dedicata al creatore di Bitcoin ha scatenato un’imponente reazione su scala globale. Esperti, influencer e media si sono uniti per firmare la petizione a sostegno del ripristino della statua e condannare l’episodio.
Un atto vandalico, quello contro la statua di Satoshi Nakamoto a Lugano, che diventa catalizzatore di una delle più significative mobilitazioni mai viste nella storia della comunità Bitcoin. I numeri della reazione che si è innescata in questa vicenda, sul piano globale, infatti, raccontano di una comunità matura, organizzata e capace di trasformare un episodio negativo in un’opportunità di coesione: 60.000 persone attivate sui social media in 10.000 conversazioni generate in una settimana, e oltre 1.100 firme dirette raccolte per la petizione mirata al suo ripristino, che sarà finanziato dall’artista e dalla sua Satoshigallery, qualora la Città di Lugano trovasse una nuova ubicazione in sicurezza dell’opera.
Il fatto che ha innescato la mobilitazione
Era la notte tra l'1 e il 2 agosto scorsi, quando un gruppo di giovani ha rimosso dal piedistallo presso la Foce tra il lago e il fiume Cassarate la celebre statua dedicata al creatore di Bitcoin. L'opera di Valentina Picozzi, caratterizzata dal suggestivo effetto ottico che fa "scomparire" la figura frontalmente, è stata gettata nel lago Ceresio, dove si è frantumata a causa dell'impatto. Poche ore dopo, tra il 2 e il 3 agosto, dopo aver verificato quanto accaduto, i sommozzatori della Società svizzera di salvataggio hanno recuperato la statua in più pezzi, facendo quindi chiarezza su un esecrabile atto di vandalismo, peraltro documentato dalle telecamere di sicurezza. L'installazione, realizzata nell’arco di 21 mesi di lavoro con 61 strati di lamelle metalliche separate da spazi di 9 millimetri, rappresentava molto più di una semplice opera d'arte. Collocata - dopo una prima fase di esposizione di fronte all’ingresso di Villa Ciani, all’inizio del Plan ₿ Forum 2024 - nel cuore del Parco Ciani, l’opera era infatti diventata uno dei simboli della trasformazione di Lugano in hub Bitcoin di rilevanza europea, effetto diretto dell’evoluzione del progetto Plan ₿, incarnando il motto "We are all Satoshi" attraverso la sua concezione partecipativa.
Un interesse senza confini
La risposta della comunità, come già evidenziato, ha assunto dimensioni imponenti. In soli sette giorni, l'episodio ha generato quasi 60.000 interazioni dirette tra reazioni, commenti e condivisioni sui social media, mentre le 10.000 conversazioni innescate dall'evento hanno attraversato tutti e cinque i continenti. La distribuzione geografica del fenomeno, dati alla mano, rivela la natura davvero planetaria della mobilitazione: il 50% del coinvolgimento è arrivato dagli Stati Uniti, ma l'eco si è propagata dall'Europa all'Asia, dall'America Latina all'Oceania, certificando, se ce ne fosse ancora bisogno, come attorno al fenomeno Bitcoin sia sorta una comunità globale solida e coesa, sia proattiva che reattiva. Particolarmente significativa, peraltro, è la composizione demografica della mobilitazione: l'81% delle persone coinvolte dalla notizia appartiene alla fascia 18-34 anni, mentre il 42% è rappresentato da imprenditori, investitori e startupper. Un dato che conferma, in una chiave di lettura più articolata, come l'ecosistema Bitcoin stia attraendo nel tempo una generazione di innovatori e professionisti che vedono in esso la chiave del futuro decentralizzato dell'economia e della finanza.
L'intervento degli influencer del settore
Le personalità di spicco del mondo Bitcoin, non a caso, hanno risposto con forza e tempestività, amplificando enormemente la portata della mobilitazione. Paolo Ardoino, CEO di Tether, ha dedicato alcuni post all'episodio, raggiungendo in totale 1,5 milioni di persone attraverso i suoi canali social. La sua reazione al recupero della statua, un semplice emoji a forma di cuore, ha incarnato pienamente la solidarietà silenziosa ma potente della comunità. Adam Back, pioniere della crittografia e figura leggendaria del movimento, ha, a sua volta, pubblicato dei contenuti sulla vicenda che hanno generato una reach complessiva di 1,4 milioni di individui, contribuendo anch’egli a trasformare un fatto di cronaca locale in un caso internazionale. Seedor, influente bitcoiner tedesco, ha alimentato il dibattito su Reddit, raggiungendo circa 1 milione di utenti e stimolando discussioni approfondite sulla protezione dei simboli della cultura Bitcoin. Tra i primi a sostenere attivamente la petizione per il ripristino dell’opera, inoltre, si sono distinti chiaramente Giacomo Zucco, CEO di Plan ₿ Network e divulgatore di fama internazionale, e Mir Liponi, hubs director per Plan ₿ Network e co-fondatrice di Satoshi Design: due figure centrali nell’ecosistema Bitcoin di Lugano che hanno contribuito significativamente alla diffusione dell'iniziativa. Anche Samson Mow, il notissimo CEO di JAN3, ha supportato attivamente la petizione, promuovendola sul suo profilo X e offrendo accesso prioritario ai servizi della sua azienda come incentivo per chi avesse firmato, contribuendo così a spingere verso l'obiettivo delle 1.000 firme con il suo endorsement.
L’attenzione dei media
La copertura mediatica ha giocato, poi, un ruolo cruciale nell'amplificare l’eco della questione. Oltre alle testate locali e nazionali svizzere, sia pubbliche che private, Bitcoin News e Cointelegraph, due delle principali testate internazionali del settore, hanno seguito la vicenda con articoli dettagliati e aggiornamenti costanti, registrando decine di migliaia tra visualizzazioni e commenti. La narrazione giornalistica, chiaramente, ha contribuito ad amplificare la portata della storia: non solo in ottica quantitativa, ma anche in chiave simbolica, per i messaggi e i “significati” che si agitano sullo sfondo di quello che solo ad uno sguardo superficiale può apparire come un marginale fatto di cronaca ticinese. Anche altri media generalisti e content creator fuori dal settore hanno ripreso la storia, dando un’ulteriore spinta alla cassa di risonanza complessiva, che ha raggiunto testate mainstream, interessate, in particolare, al fenomeno di una comunità digitale capace di mobilitarsi per la difesa dei propri simboli fisici.
Dal vandalismo alla petizione: l'azione collettiva organizzata
La mobilitazione non si è limitata alle reazioni sui social media, ma si è anzitutto strutturata in azione concreta. Il riferimento, chiaramente, è alla petizione pubblica - per richiedere alla Città di Lugano supporto logistico con l’obiettivo di facilitare il completo ripristino dell'opera - che ha raccolto 1.100 firme in pochi giorni. Altro risultato, questo, che testimonia come l'indignazione iniziale si sia rapidamente trasformata in organizzazione e proposta costruttiva. La petizione in questione, promossa dal movimento Satoshi Spritz di Lugano, chiede, nello specifico, all’amministrazione comunale di individuare una nuova collocazione adeguata e sicura che garantisca visibilità, valorizzazione e protezione della scultura, che verrà realizzata e rispedita nuovamente a spese dell’artista e del suo collettivo. L'iniziativa, che ha avuto come capofila Luca Esposito, portavoce del gruppo che organizza gli eventi informali educativi su Bitcoin aperti alla popolazione, ha dimostrato come la community settoriale sia riuscita a canalizzare l'emozione in progetto concreto.«Quest’opera, per il cui immediato recupero ringraziamo gli operatori della Salvataggio e il Municipio di Lugano, rappresenta molto più di una semplice statua - ha dichiarato -: come Bitcoin, è un simbolo di libertà individuale e indipendenza che passa attraverso la finanza e il diritto alla privacy. Tutti valori strettamente legati ai principi tradizionali della Svizzera, e non solo all’innovazione tecnologica». Questa mobilitazione rappresenta un momento di svolta per la maturità delle persone giunte a Lugano per studiare e lavorare in ambito Bitcoin. La capacità di trasformare un atto distruttivo in occasione di coesione e rilancio dimostra come il movimento abbia sviluppato anticorpi efficaci contro gli attacchi provenienti dall’esterno. Come ha evidenziato proprio Satoshigallery in risposta all'episodio, sui propri account social: "You can steal our symbol, but you will never be able to steal our souls".