Grazie Max, compagno di avventure


Ricordando il fotografo Massimo Pedrazzini scomparso recentemente
Ricordando il fotografo Massimo Pedrazzini scomparso recentemente
LOCARNO - Sono giorni che fatico a mettere in ordine le parole. La notizia dell’improvvisa scomparsa di Massimo Pedrazzini è arrivata come un colpo improvviso. Ma quando se ne va un amico, un compagno di avventure e di esperienze condivise, la ragione lascia spazio al vuoto, al silenzio, e a quella nostalgia che ti accompagna in ogni istante.
Con Massimo non era mai soltanto lavoro. Ogni progetto, ogni sfida, diventava un viaggio nel senso più ampio: geografico, umano, interiore. E quante sfide abbiamo affrontato insieme! Penso subito la navigazione Locarno–Venezia del 2007 a bordo di una barca pescatori, un’impresa che ci aveva messi di fronte a mille imprevisti ma che, grazie alla sua calma e alla sua determinazione, si era trasformata in una straordinaria avventura. O al viaggio in gommone lungo il Reno, intrapreso per promuovere la regione dell’Aletsch: una missione che poteva sembrare folle (con la prima pagina sul quotidiano “Blick”, e che invece si rivelò un’iniziativa originale e potente, resa possibile anche dalla sua capacità di guardare oltre gli ostacoli.
Con lui ho condiviso l’emozione delle montagne sacre, dal Fuji all’Ararat, luoghi dove la natura e la spiritualità si incontrano, e dove la macchina fotografica di Massimo sapeva catturare non solo i paesaggi, ma l’anima stessa dei luoghi. In Iran, nelle strade e nei deserti, ho visto il suo occhio cogliere la bellezza di un Paese spesso raccontato solo attraverso stereotipi. A New Orleans, con Jazzascona, Massimo seppe accompagnare la vitalità della musica e il calore di una città che vive al ritmo del jazz.
Dalla nostra collaborazione sono nati documentari come “Diario di viaggio”, reportage sul Monte Verità, una mostra dedicata al Gran San Bernardo e molte altre produzioni che oggi restano come testimonianza del suo talento e della nostra complicità. Ogni volta che ci buttavamo in una nuova iniziativa, sapevo di poter contare su di lui: mai sfiduciato, mai scoraggiato. Massimo aveva sempre un’idea, una via d’uscita, una soluzione. Non esisteva il “non si può fare”: con Max diventava sempre “troviamo il modo di farlo”.
Ma accanto al professionista, al fotografo capace di trasformare un istante in una storia, resteranno per me soprattutto i momenti di leggerezza, le risate, i chilometri macinati raccontandoci sogni e progetti futuri. C’era in lui una vitalità contagiosa, una curiosità instancabile, un desiderio di conoscenza che lo portava ad aprirsi a ogni cultura, a ogni persona.
Massimo Pedrazzini non è stato soltanto un fotografo: è stato un narratore del mondo. Attraverso i suoi scatti ci ha insegnato a guardare meglio, a cogliere dettagli che spesso sfuggono, a fermarci davanti alla bellezza anche quando la vita ci spinge a correre. Ha saputo unire rigore e poesia, documentazione e sensibilità. Per questo le sue immagini resteranno non solo come memoria di luoghi e avvenimenti, ma come traccia viva del suo sguardo unico.
Oggi, pensando a lui, mi viene naturale sorridere: perché Massimo era così, capace di trasformare la fatica in entusiasmo, l’incertezza in progetto, il viaggio in esperienza indimenticabile. La sua assenza è grande, ma il ricordo di ciò che abbiamo vissuto insieme è ancora più grande.
Grazie, Massimo, per la tua amicizia, per le avventure condivise, per la tua instancabile energia. Mi mancherai, ma so che ogni volta che guarderò una tua fotografia, o ripenserò a uno dei nostri viaggi, ti sentirò ancora accanto.
Testo a cura di Claudio Rossetti
Contatto: newsblog@viaggirossetti.ch