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Accelera il trasporto ferroviario. Una manna per i frontalieri, ma non mancano le problematiche

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Accelera il trasporto ferroviario. Una manna per i frontalieri, ma non mancano le problematiche

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Il potenziamento delle linee ferroviarie tra il Canton Ticino e la Lombardia è diventato un caso studio unico a livello europeo in cui l'efficienza svizzera e la domanda italiana di mobilità quotidiana si incontrano. E per i lavoratori frontalieri (e i pendolari in generale) lombardi diretti verso il mendrisiotto, l'area di Lugano o ancora verso Bellinzona e dintorni una migliore rete ha favorito una riduzione delle tempistiche di percorrenza.

La galleria di base del monte Ceneri, ultimo tassello dell'asse ferroviaria AlpTransit, e il recente potenziamento delle linee S10 (Bellinzona-Chiasso-Como), S50 (Bellinzona-Varese-Malpensa) e S90 (Giubiasco-Lugano-Mendrisio) hanno fatto compiere un vero e proprio salto di qualità nella rete ferroviaria ticinese, con riflessi positivi anche per migliaia di frontalieri italiani che varcano i confini nazionali per recarsi al lavoro. I numeri parlano chiaro: i tempi di percorrenza tra Bellinzona e Locarno sono diminuiti a 13 minuti con i treni Intercity e a 19 con quelli regionali e tra Lugano e Locarno si sono dimezzati a circa mezz'ora.

Non solo. La galleria del Ceneri ha consentito una nuova organizzazione delle linee suburbane favorendo così l'efficacia e l'efficienza del trasporto pubblico come sistema integrato, anche con le automobili.

Rispetto all'utilizzo della sola automobile privata per gli spostamenti all'interno di questa regione transfrontaliera, il trasporto pubblico si dimostra oggi così nei fatti più competitivo, grazie a corse con frequenze ogni 15-30 minuti nei nodi principali.

Resta tuttavia ancora parzialmente irrisolta la problematica dell'armonizzazione con il sistema della Lombardia. A cominciare dal collegamento tra Bellinzona e Malpensa via Varese, dove l'integrazione tariffaria, la sincronizzazione degli orari e l'accessibilità delle stazioni restano delle criticità. Necessaria, in quest'ottica una regia bilaterale, come auspicato dal quotidiano La Prealpina, che evidenzia poi come a tutt'oggi un viaggiatore che da Luino o Varese si dirige verso Lugano o Bellinzona incontra ancora barriere quali orari non sempre compatibili con quelli del lavoro svizzero, biglietti separati e in tali casi, difficoltà nel trovare informazioni aggiornate.

La parte italiana della linea Tilo avrebbe in aggiunta necessità di maggiori investimenti per allinearsi agli standard elvetici, non solo per puntualità ma anche di comfort e sicurezza.

La soluzione? Superare una logica delle competenze separate per puntare a un sistema veramente integrato in grado di rispondere alle attuali esigenze dei viaggiatori e alle almeno in parte prevedibili trasformazioni future in cui il Ticino, cerniera tra Nord e Sud Europa, può diventare un laboratorio d'avanguardia, se anche l'Italia saprà fare la propria parte.

Conclusione

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