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BNS e BCE: verso bonifici istantanei tra Svizzera ed Eurozona

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BNS e BCE: verso bonifici istantanei tra Svizzera ed Eurozona

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La scena si svolge fra Berna e Francoforte, ma i riflessi riguardano chiunque abbia mai fatto un bonifico oltre confine, pagato un fornitore in un’altra valuta o semplicemente cercato di mandare denaro da una banca svizzera a un conto europeo. Dal prossimo dicembre, la Banca nazionale svizzera (BNS) e la Banca centrale europea (BCE) avvieranno una fase esplorativa che durerà per tutto il 2026, con un obiettivo ambizioso: capire se i rispettivi sistemi di pagamento istantaneo possano “parlarsi” e, soprattutto, collegarsi in modo stabile.

L’idea è semplice a dirsi: collegare il nuovo servizio svizzero SIC-IP con il collaudato sistema europeo TIPS (Target Instant Payment Settlement), per permettere trasferimenti di denaro immediati non solo all’interno dei confini nazionali, ma anche da una valuta all’altra. In pratica, poter mandare Franchi svizzeri a un conto in Euro o viceversa e vederli accreditati in pochi secondi, 24 ore su 24, anche a Natale o Ferragosto.

Perché serve un collegamento

Oggi un pagamento fra Svizzera ed Eurozona è tutt’altro che istantaneo. Spesso passa attraverso banche corrispondenti, conversioni di valuta, tempi di elaborazione che vanno da qualche ora a diversi giorni. Nel frattempo i fondi “viaggiano” ma non sono disponibili, con un costo in termini di rischio e di efficienza.

Con i pagamenti istantanei, tutto cambia: catene di regolamento più corte, disponibilità immediata dei fondi, meno incertezza. Per privati e imprese significa poter regolare in tempo reale acquisti, salari o forniture. Per le banche, un alleggerimento dei processi e dei rischi operativi. E per la Confederazione e l’Europa, un passo avanti nella tanto evocata “integrazione dei mercati finanziari”.

Due sistemi, due storie

I protagonisti sono due infrastrutture molto diverse. Il TIPS, lanciato dall’Eurosistema nel 2018, è ormai il cuore dei pagamenti istantanei in euro. Regola transazioni in meno di dieci secondi e, negli ultimi anni, si è aperto anche ad altre valute europee come la corona svedese e quella danese. L’idea di fondo è sempre stata quella di creare un’infrastruttura comune che superasse i confini nazionali dell’eurozona. La Svizzera, invece, è arrivata più tardi. Solo nell’agosto 2024 ha infatti reso obbligatoria l’offerta di pagamenti istantanei alle banche più grandi, attraverso il sistema SIC-IP. Il cuore tecnologico è affidato a SIX, la società che gestisce anche la borsa svizzera. L’adozione procede a tappe: le banche minori avranno tempo fino al 2026 per allinearsi. I test mostrano tempi di elaborazione record (appena due decimi di secondo) ma la diffusione fra i clienti non è ancora uniforme.

Un cantiere complesso

Collegare i due sistemi non è però un’operazione “plug and play”: servono adattamenti tecnici, interfacce di comunicazione, procedure comuni. Il nodo più spinoso riguarda poi la valuta: un pagamento che parte in Franchi e arriva in Euro implica un cambio automatico, con disponibilità di liquidità nei due sistemi e una gestione dei rischi di oscillazione del tasso.

A ciò si aggiungono poi i controlli: antiriciclaggio, antiterrorismo, liste di sanzioni. Tutto dovrà avvenire in tempo reale, senza allungare i tempi di esecuzione. E poi c’è la parte normativa: la Svizzera non fa parte dell’UE e ha regole proprie su vigilanza e protezione dei consumatori. Riuscire a costruire un terreno comune richiederà negoziazioni non solo tecniche, ma anche politiche e legali.

I vantaggi

Se il progetto andrà in porto, i benefici saranno immediati. Per un’azienda elvetica che vende in Europa significherà ricevere il pagamento in Franchi pochi secondi dopo che il cliente ha inviato l’ordine in Euro. E per un frontaliere, potrebbe voler dire trasferire parte dello stipendio senza costi aggiuntivi e senza dover aspettare.

Il collegamento contribuirebbe inoltre anche a ridurre la dipendenza da operatori terzi come SWIFT o dalle reti di banche corrispondenti, spesso lente e costose. E, soprattutto, offrirebbe un’alternativa europea e svizzera a sistemi privati globali o a soluzioni emergenti basate su blockchain, che oggi attraggono attenzione proprio grazie alla loro velocità.

Le incognite

Resta tuttavia da capire se la domanda reale giustificherà l’investimento. Non è detto che imprese e privati siano disposti a pagare un sovrapprezzo per un bonifico istantaneo se già oggi hanno a disposizione opzioni relativamente economiche. E non è chiaro come verranno suddivisi i costi di sviluppo, manutenzione e governance. E c’è poi il tema della concorrenza: sistemi alternativi continuano a evolvere, dalle fintech alle criptovalute stabili, fino alle ipotesi di monete digitali di banca centrale. Un collegamento fra TIPS e SIC-IP dovrà offrire vantaggi tangibili per restare competitivo.

Uno sguardo al futuro

Il progetto fra BNS e BCE non nasce nel vuoto: rientra nella strategia globale promossa dal G20 per migliorare i pagamenti transfrontalieri, rendendoli più rapidi, convenienti e trasparenti. Se l’esperimento Svizzera-Eurozona funzionerà, potrebbe diventare un modello da replicare con altri Paesi e altre valute. Per ora, siamo ancora alla fase esplorativa. Ma il messaggio è chiaro: il futuro dei pagamenti passa dall’istantaneità, e nessun sistema finanziario può permettersi di restare isolato.

Cambiavalute.ch: il ponte quotidiano tra CHF ed EUR

In attesa del futuro digitale dei pagamenti istantanei, ottimizzare il cambio oggi è fondamentale, soprattutto per lavoratori frontalieri e imprese.

Link utili:

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Questo articolo è stato realizzato da CambiaValute.ch, non fa parte del contenuto redazionale.
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