Camargue, dove il Rodano incontra il mare


Un'avventura fluviale tra storia millenaria, città incantevoli e tradizioni culinarie nel cuore della Francia (quarta e ultima parte)
Un'avventura fluviale tra storia millenaria, città incantevoli e tradizioni culinarie nel cuore della Francia (quarta e ultima parte)
ARLES - La nostra crociera sul Rodano a bordo della Excellence Rhône volge al termine, ma lo fa nel modo più suggestivo possibile. Dopo aver lasciato Arles alle nostre spalle – città romana e provenzale per eccellenza – entriamo in una terra diversa, quasi magica: la Camargue. Qui il Rodano si divide in due bracci e si getta nel Mediterraneo, creando un mosaico naturale di rara bellezza.
Questa regione sospesa tra acqua dolce e salmastra, tra terraferma e mare aperto, è uno dei paesaggi più affascinanti del sud della Francia. Le luci si fanno più intense, l’orizzonte si abbassa e si allarga, e tutto invita alla contemplazione. La Camargue è un confine naturale, un passaggio fluido dove la natura cambia volto e ritmo.
Vederli correre liberi nelle acque basse delle lagune è uno spettacolo che rimane impresso negli occhi e nel cuore. I cavalli camarguesi, piccoli ma robusti, dal manto bianco che diventa quasi argenteo al sole, sono tra le razze più antiche d’Europa. Vivono ancora oggi in semi-libertà, seguiti dai gardians, gli ultimi cowboy d’Europa.
Questi animali sono cresciuti in un ambiente difficile, dove il vento, il sale e l’acqua modellano tutto: il paesaggio, il carattere, la resistenza. Il loro modo di muoversi ha qualcosa di primordiale e potente. Sono la memoria vivente di una terra che ha saputo conservare la sua anima. La vita del gardian è dura e autentica: si muove a cavallo, veste con il cappello largo, la camicia a fiori e la sella camarguese. È lui il custode di una cultura millenaria, fatta di equitazione, tradizioni orali e rituali legati alla terra. Il gardian è più di un allevatore: è l’anima viva della Camargue.
Chi visita la Camargue ha spesso la possibilità di partecipare a escursioni a cavallo, anche per principianti, e vivere per qualche ora la sensazione di libertà che questi luoghi sanno donare. Galoppare tra saline, fenicotteri e vento è un'esperienza che sa di sogno.
La Camargue è anche la terra del sale e degli uccelli migratori. Le saline, visibili già dalla nave mentre si naviga nel tratto finale del Rodano, tingono il paesaggio di rosa e ocra a seconda dell’ora del giorno. I fenicotteri rosa, eleganti e silenziosi, rendono onirico questo ambiente. Con oltre 400 specie di uccelli, questa zona è un paradiso per gli amanti del birdwatching. Aironi, cicogne, avocette e ibis si muovono tra stagni e lagune, offrendo una sinfonia visiva in continua evoluzione. È un ecosistema fragile e straordinario, dove ogni dettaglio ha un ruolo. Una tappa imperdibile è il Parc Naturel Régional de Camargue, che tutela questo fragile equilibrio ecologico e offre sentieri da percorrere a piedi, in bicicletta o a cavallo. Qui la natura è padrona e l’uomo è soltanto ospite.
La nostra crociera si conclude a pochi chilometri da qui, in un luogo dal fascino semplice ma profondo: Sainte-Marie-de-la-Mer, cittadina marina incastonata tra sabbia, sale e leggende. Affacciata sul Mediterraneo, è il cuore spirituale della Camargue. Nonostante la sua modestia, il borgo emana un'energia autentica, fatta di vento e sale, di chitarre che si sentono la sera tra i vicoli e di colori accesi sulle barche dei pescatori. Qui il tempo sembra rallentare, come se la vita seguisse ancora il ritmo delle maree.
Il centro storico, con le sue case bianche e le viuzze acciottolate, è dominato dalla possente chiesa-fortezza di Notre-Dame-de-la-Mer. Al suo interno si custodisce la statua nera di Santa Sara, venerata da tutto il popolo gitano. Ogni anno, a maggio, il villaggio diventa il cuore pulsante del mondo gitano, tra processioni, canti e cavalli decorati. Durante il pellegrinaggio, fede, musica e identità si fondono in una celebrazione unica.
A Sainte-Marie-de-la-Mer, la Camargue si consegna infine al mare. Le spiagge sono lunghe, sabbiose, battute dai venti, e ancora in buona parte selvagge. Qui si sente forte la sensazione di fine del viaggio, ma anche di inizio. Le onde si infrangono sulla sabbia con un ritmo antico, e basta una passeggiata lungo la riva per sentirsi parte di qualcosa di più grande. In questo luogo di confine, il Mediterraneo non è solo un mare, ma un orizzonte aperto. Sedersi a un tavolo in riva al mare, gustando un piatto di telline, di moules marinières o di gardiane de taureau è il modo perfetto per salutare questa crociera. Un rosé fresco e il profumo dell’anice nell’aria completano la poesia.
Dal ponte della Excellence Rhône, ormai attraccata, lo sguardo si perde tra il cielo e l’acqua. Il Rodano ci ha accompagnati da Lione fino al mare, mostrandoci città d’arte, vigneti, abbazie, antichi borghi e spazi naturali mozzafiato. Ogni tappa è stata un frammento prezioso del grande racconto del Sud della Francia.
Un viaggio fluviale è un racconto lento, fatto di sfumature e scoperte. Non si corre, si osserva, si ascolta. E si vive davvero il territorio. La Camargue è il suggello perfetto di questo viaggio, il luogo dove tutto si scioglie in luce e vento. Sainte-Marie-de-la-Mer, con la sua chiesa, il suo mare e le sue storie, è il punto in cui finisce la crociera ma inizia la nostalgia. Alla prossima avventura, sempre lungo il fiume, sempre verso nuovi orizzonti.
Testo a cura di Claudio Rossetti
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