Prima, storica exit per una startup Bitcoin luganese

Intervista ad Aron Clementi, co-fondatore e CEO di Elysium Lab, startup nata nell'ecosistema Plan ₿ e recentemente acquisita da Blockstream, una delle aziende più note a livello globale nel settore Bitcoin.
Ventiquattro anni, una visione chiara del futuro della finanza decentralizzata e la determinazione di chi ha costruito una startup destinata a dire la sua in un contesto in continua evoluzione com’è di certo l’universo Bitcoin. Aron Clementi, co-fondatore - insieme a Gianmarco Guazzo - di Elysium Lab, incarna perfettamente lo spirito imprenditoriale che sta rendendo Lugano un hub mondiale per l'innovazione.
Nato nel 2001 da genitori italiani, cresciuto nella capitale economica del Ticino, Aron ha trasformato la sua passione per la tecnologia e per la valuta digitale creata da Satoshi Nakamoto in una realtà imprenditoriale che oggi entra a far parte di Blockstream, azienda diretta da Adam Back: per intenderci, uno dei brand più autorevoli del panorama crypto globale, guidato dal geniale crittografo “precursore” di Bitcoin, citato perfino nel White Paper del 2008.
La sua storia, insomma, è quella di un giovane che ha saputo cogliere le opportunità offerte dall'ecosistema Plan ₿, il progetto che sta trasformando Lugano in un trampolino di lancio per chi aspira, proprio come Aron, a lasciare il segno nel panorama internazionale delle tecnologie più innovative e promettenti.
Partiamo dalle origini. Elysium Lab nasce nell'ambito del Lugano’s Plan ₿ e dell'USI Startup Center. Quanto è stato determinante questo ecosistema per lo sviluppo della vostra startup e quale ruolo ha giocato la visione di Lugano come "Città Bitcoin"?
«Per una startup i passi iniziali sono fondamentali. USI Startup Center ci ha incubato, garantendoci un posto in cui stare e fornendoci il supporto orientato allo sviluppo del business. Hanno anche coperto alcune spese per la protezione della proprietà intellettuale. Plan ₿, poi, è stato fondamentale per posizionarci nel settore Bitcoin, per avere credibilità ed accesso a network, talenti, capitali e aziende leader a livello mondiale. Oltre a tutto questo, siamo stati anche supportati da Tenity ed Innosuisse».
Avete sviluppato un wallet non-custodial per Bitcoin e stablecoin e un SDK di autenticazione keyless. Puoi spiegarci in termini semplici quali problemi concreti risolvete per gli utenti? E perché avete puntato proprio su queste tecnologie?
«Nel settore si dice “Not your keys, not your money”,ovvero: se non possiedi le chiavi (quindi l’accesso unico ai fondi e al loro utilizzo), non sei veramente il detentore dei fondi e dei dati. Nei sistemi bancari o “custodial”, questo possesso viene delegato a terze parti, creando un sistema in cui il controllo è illusorio. Dall’altra parte, custodire la chiave in maniera autonoma genera grandi problemi in ottica di usabilità e di sicurezza. Elysium, in breve, risolve il problema della gestione delle chiavi. Con la nostra tecnologia, quindi, l’utente non interagisce (anche se la possiede) con la chiave, in quanto essa è “collegata alla sua identità" e derivata da fattori di autenticazione: biometrico, GPS, password e via dicendo. Nella nostra visione, quando si parla di strumenti finanziari, dati personali ed identità, l’individuo deve essere sovrano e autosufficiente, senza però che vengano compromesse semplicità di utilizzo e sicurezza. Insomma, rispecchiando in pieno quello che la filosofia Bitcoin insegna».
Avete raccolto circa un milione di franchi attraverso investimenti privati, finanziamenti pubblici e grants. Per una giovane startup è un risultato notevole: come siete riusciti a convincere gli investitori, in particolare Fulgur Ventures, a credere nel vostro progetto?
«I fattori che convincono un investitore a credere già nelle prime fasi di sviluppo di una startup sono, innanzitutto, le caratteristiche di founder e team, l’idea, la visione complessiva, il mercato di riferimento e possibilmente un buon prodotto (per proseguire con una due diligence). Fulgur Ventures, essendo un player verticale del settore, conosce molto bene le problematiche del mercato e ha ritenuto necessaria la nostra soluzione per un'adozione di massa della tecnologia Bitcoin, specialmente per quanto concerne i sistemi di pagamento. Inoltre, siamo riusciti a costruire un rapporto personale che, col trascorrere del tempo, si è rivelato importante per convincerli che eravamo le persone giuste nel posto giusto: in noi, pertanto, hanno visto una risorsa strategica per lo sviluppo dell’ambito specialmente a Lugano, contesto in cui credono molto, soprattutto grazie anche al progetto Plan ₿, e a tutto l’ecosistema che si è sviluppato in questi anni».
Blockstream non è un'azienda qualunque: è considerata una delle realtà più autorevoli nell'ecosistema Bitcoin. Quando e come è iniziato il dialogo per l'acquisizione?
«Se lavori in ambito Bitcoin, probabilmente hai avuto a che fare con questa azienda, che sviluppa una vasta gamma di prodotti e protocolli infrastrutturali. Nel nostro caso, infatti, utilizzavamo già un loro sistema di pagamento tramite Lightning Network e, in seguito, siamo entrati in contatto diretto proprio grazie a Fulgur Ventures: da quel momento è stato avviato il processo poi sfociato nell’accordo di acquisizione di Elysium Lab. Il mercato, del resto, si sta consolidando e far scalare una startup come la nostra è molto complesso e costoso: l’unione con Blockstream, in sostanza, è stata una scelta strategica per ambo le parti. Diciamo che, lavorando nello stessa location - il PoW.space di Lugano, che ha contribuito all’incontro, ndr - e quindi facendo, in fondo, parte della stessa “famiglia”, il dialogo c'è sempre stato».
L'operazione segna la nascita di Blockstream CH SAGL, la sede europea del gruppo. Cosa significa per te e Gianmarco diventare il "gateway" europeo di una delle aziende più influenti del settore?
«Sicuramente abbiamo colto un'opportunità e dato il via ad un’espansione inevitabile, di cui siamo felici di fare parte, potendo utilizzare risorse e una “potenza di fuoco” su cui prima non potevamo contare. Sia noi come founders, che il team di Elysium nel suo complesso, siamo stati inglobati nell’operazione, con l'obiettivo di dare un boost e aiutare Blockstream, e l’ecosistema Bitcoin in senso lato, a raggiungere nuovi traguardi».
Blockstream aveva già aperto il Research Center a Lugano nel novembre del 2024. In che modo questa acquisizione si inserisce nella strategia più ampia dell'azienda per l'Europa?
«Sia Elysium che Blockstream hanno sviluppato sistemi e/o strumenti finanziari utilizzando la tecnologia Bitcoin. La Svizzera rappresenta un hub centrale per l'innovazione finanziaria internazionale e l'Europa, a sua volta, un mercato da conquistare. Elysium era già presente nell’area, con un team caratterizzato da competenze trasversali anche nel business, necessarie a Blockstream per la sua espansione».
Blockstream ha annunciato che darà 100.000 franchi svizzeri di contributi economici alle startup e agli sviluppatori che decideranno di trasferirsi a Lugano per lavorare sulle loro tecnologie. Secondo te questa strategia può contribuire ulteriormente a trasformare la città in un centro continentale per l'innovazione Bitcoin?
«La trasformazione è già in atto. Certo, va evidenziato che gli incentivi economici sono a corto-medio termine, ed un’azienda, per rimanere, ha bisogno di altri “stimoli”: talenti, network, aziende locali, regolamentazioni legali e fiscali, accesso ai fondi (venture capital e private equity) e ai mercati. Lugano, in tal senso, sta facendo un ottimo lavoro, ma in Ticino e in Svizzera si può e si deve fare di più. Personalmente, se non ci fosse stato il progetto Plan ₿ (e quel cambio di mentalità prodotto da una parte della classe politica luganese e dal coinvolgimento di Tether), per me non avrebbe avuto senso rimanere a Lugano».
Dal tuo punto di vista di founder "cresciuto" nell'ecosistema Plan ₿, quale valore aggiunto può portare Lugano rispetto ad altri centri fintech europei come Zurigo o Londra?
«Rispetto ad altri contesti come quelli menzionati, che hanno decisamente più volumi e capitali, e che sono maggiormente inclini ad accogliere il “mondo startup”, il vantaggio di Lugano è la densità e la qualità delle persone, quindi una maggiore facilità di attivazione di canali di dialogo costruttivi. Qui, per dirla in modo semplice, siamo tutti “vicini di casa”, ci conosciamo e supportiamo. A Zurigo, per dire, sei uno dei tanti, e difficilmente si possono coltivare rapporti informali. Zugo, come noto, ha beneficiato, come first mover, di incentivi fiscali rivolti alle holding, a Lugano la gente è presente e costruisce team, aziende e collaborazioni».
L'acquisizione include anche brevetti e proprietà intellettuale. Quanto è importante oggi proteggere l'innovazione nel settore crypto e blockchain?
«In questo settore, l’open source è alla base della fiducia, della trasparenza e del miglioramento collettivo. Bitcoin stesso lo dimostra pienamente. Tuttavia, per una startup che sviluppa tecnologia e raccoglie capitali, la proprietà intellettuale diventa un asset strategico: serve a proteggere l’innovazione, a monetizzarla, a rafforzare il posizionamento e a costruire un vantaggio competitivo. Un brevetto, una volta pubblicato, è trasparente e fruibile da tutti, ma non è riutilizzabile senza licenza. Non è in contrasto con la cultura open, insomma: dipende dalla strategia. Paper scientifici, bug bounty, audit di sicurezza o codice parzialmente open sono strumenti complementari. L’importante è scegliere il giusto equilibrio tra apertura, fiducia e difesa tecnologica».
Guardando al futuro, come immagini l'evoluzione di Blockstream in Europa nei prossimi anni? E quale sarà il contributo specifico del team svizzero alla missione globale dell'azienda?
«Blockstream ha costruito una suite di prodotti che copre retail, banche e mercati finanziari. Ora è arrivato il momento di scalare: acquisire clienti, partner strategici e consolidare la presenza commerciale. L’Europa, ad oggi, paga un vuoto tecnologico nel settore Bitcoin istituzionale (e non solo). Blockstream ha l’opportunità di colmarlo, diventando il “sistema operativo” della nuova finanza, il partner di riferimento per banche, fintech e operatori che cercano efficienza, compliance, solidità ed innovazione, oltre che accesso a Bitcoin. Il nostro team porta competenze locali, relazioni con banche, esperienza in UX/Wallet e mercato retail, oltreché un sistema avanzato di autenticazione e un'entità legale in Svizzera. Tutti elementi chiave per rafforzare la presenza di Blockstream in Europa».