«È tempo di abbattere i giardini murati del web»


Denys Zaliskyi, software Engineer di Synonym, intervenendo a Lugano nel corso della terza edizione del Plan ₿ Forum, ha analizzato i limiti degli ecosistemi online chiusi, illustrando le soluzioni decentralizzate emergenti.
Denys Zaliskyi, software Engineer di Synonym, intervenendo a Lugano nel corso della terza edizione del Plan ₿ Forum, ha analizzato i limiti degli ecosistemi online chiusi, illustrando le soluzioni decentralizzate emergenti.
Denys Zaliskyi è stato tra i protagonisti della terza edizione del Plan ₿ Forum, la principale conferenza europea dedicata a Bitcoin e alle tecnologie decentralizzate. Nel contesto del programma del P2P Stage, il palco con interventi di contenuto tecnico più avanzato, il software engineer di Synonym ha dato voce a una presentazione intitolata "Tearing Down Walled Gardens": un'analisi approfondita degli ecosistemi chiusi che dominano il web e delle alternative decentralizzate che stanno emergendo proprio per contrastarli.
I "giardini murati" del web: vantaggi e svantaggi
Il relatore ha esordito condividendo, già nelle primissime battute del suo speech, una definizione dei "walled gardens" di internet: «Sono ecosistemi chiusi nei quali l'accesso è controllato da poche entità. Alcuni esempi, in tal senso, sono i social network più famosi, gli app store o le istituzioni finanziarie come banche e assicurazioni». Nonostante i problemi connaturati alla loro posizione, esistono ragioni concrete che ne decretano il successo: «L'accessibilità è il primo vantaggio: queste reti sono disponibili a qualunque utente con qualsiasi telefono in grado di far girare un browser», ha spiegato, sottolineando anche che «sono gestite da aziende centralizzate ed estremamente profittevoli, che quindi possono permettersi grandi dipartimenti R&D per fornire la migliore esperienza utente possibile». Altri punti di forza includono le ampie basi utenti create attraverso l'effetto di esternalità, gli aggiornamenti in tempo reale, cruciali per ricevere informazioni accurate nei processi decisionali, e potenti funzioni di ricerca e discovery. «Instagram, ad esempio, offre a ogni content creator opportunità di analisi dati di livello vicino a quelle che Bloomberg ha trasformato in un business multimiliardario per i mercati finanziari», ha osservato.
Perché, secondo Zaliskyi, è necessario abbatterli
Ma allora perché dovremmo voler smantellare questi sistemi, considerato che, almeno apparentemente, risultano essere così efficienti? Zaliskyi ha elencato una serie di problemi strutturali: «La mancanza di interoperabilità è il primo elemento critico». Insomma, anche nel caso in cui questi "giardini" siano gestiti dalla stessa entità, come avviene per Instagram e Facebook con Meta, «quando fai crossposting devi spuntare una casella specifica, e non vedi davvero una panoramica di come gli utenti interagiscono con i tuoi contenuti da entrambe le piattaforme». Altri problemi includono la competizione soffocata per le alte barriere d'ingresso, la censura attraverso echo chambers, algoritmi di ricerca e raccomandazione che non sono modificabili in modo open-source, oltre alle arcinote criticità connesse a questioni di privacy. «Le piattaforme sono per lo più gratuite, e se qualcosa è gratuito significa che tu sei il prodotto», ha ammonito, citando un famoso “motto” legato al mondo dei social media.
Le alternative decentralizzate: un panorama in evoluzione
Successivamente, ha analizzato diverse soluzioni decentralizzate emergenti, ognuna con i vantaggi, limiti e compromessi. ActivityPub, intanto, cioè il protocollo dietro Mastodon e Threads, che funziona come «un feed RSS bidirezionale» ma mantiene le identità su server centralizzati. Farcaster, poi, che utilizza la blockchain per l'identità e il peer-to-peer per i contenuti, ma «gli hub non sono gratuiti se vuoi usarli a lungo termine o archiviare molti post». Il protocollo AT (Bluesky), ancora, che offre un approccio multi-stack con identità decentralizzata, e infine Nostr, «probabilmente il più famoso nella comunità Bitcoin».
L'esperienza utente resta la chiave
Nonostante la complessità tecnica delle soluzioni che ha presentato, Zaliskyi ha concluso il suo intervento con una riflessione pragmatica: «Ci sono molti più protocolli che non ho menzionato e tutti forniscono diversi set di compromessi. È compito degli sviluppatori, chiaramente, decidere quali accettare. Tuttavia, gli utenti non sono interessati a questi aspetti: vogliono solo vedersi garantite una buona user experience, la possibilità di trovare amici, parenti e colleghi e la capacità di ricevere notifiche tempestive e pertinenti sulle interazioni con i loro contenuti». La tecnologia, in breve, deve sempre e comunque servire le persone, non il contrario. L'appuntamento per continuare a indagare le nuove frontiere delle tecnologie decentralizzate è per il 24 e 25 ottobre 2025, quando la quarta edizione del Plan ₿ Forum tornerà al Palazzo dei Congressi di Lugano. I biglietti sono attualmente in vendita a 199 franchi.