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Tricotillomania: quando la perdita dei capelli è compulsiva

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Tricotillomania: quando la perdita dei capelli è compulsiva

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Il fatto che molte condizioni dell’organismo, come anche la calvizie, siano ad oggi sdoganate, porta sempre più pazienti a parlarne, permettendo a molti di conoscere ben più a fondo tutti i differenti risvolti che la stessa può avere. Ad esempio, può accadere che la caduta dei capelli non nasconda dietro di sé nessuna causa patologica o un’errata abitudine di vita, bensì sia completamente auto-inflitta. È il caso della tricotillomania, un disturbo che spinge chi ne soffre a strapparsi compulsivamente i capelli.

Se tu, o qualcuno che conosci, sta facendo i conti con questo fenomeno, comprenderne le cause e come affrontarlo, è essenziale per recuperare la buona salute della chioma, ma anche quella psicologica. Ecco di cosa si tratta e cosa fare per rimediare.

Cos’è la tricotillomania: definizione e sintomi

Il termine tricotillomania deriva dal greco thrix (capello), tillein (strappare) e mania (impulso), indicando chiaramente la natura del problema: un impulso irresistibile e ripetuto a strapparsi i capelli. Si tratta di un disturbo di tipo ossessivo-compulsivo che, se non trattato, può portare a una significativa perdita di capelli e a un notevole isolamento sociale.

Come si manifesta? Le persone affette da tricotillomania possono trascorrere ore al giorno a strapparsi i capelli, a volte in modo automatico e inconscio, altre volte con maggiore consapevolezza. Spesso, l’atto è preceduto da una crescente sensazione di tensione o ansia, seguita da un immediato senso di sollievo o piacere dopo lo strappo. Le aree più colpite dalla tricotillomania includono il cuoio capelluto - su cui si formano chiazze di calvizie - ma anche sopracciglia, ciglia, barba e peli in altre parti del corpo, come ascelle, naso, gambe e zone intime. Ma il diradamento non è l’unico sintomo della condizione, che si associa anche a:

    • Capelli di lunghezze diverse, compromessi, sfibrati, spezzati a causa degli strappi continui.
    • Tentativi ripetuti ma infruttuosi di smettere. Chi ne soffre lo sa che è un gesto da non fare, ma non riesce a fermarsi.
    • Deterioramento della qualità della vita, isolamento sociale, ansia e depressione.
    • Infiammazione, dolore, escoriazioni o infezioni del cuoio capelluto, che peggiorano ulteriormente la salute follicolare, incentivando la calvizie.

Tricotillomania: cause e fattori scatenanti

Dopo i sintomi, anche comprendere le cause della tricotillomania è essenziale per stabilire un approccio terapeutico efficace. Il disturbo è spesso il risultato di un mix di fattori, che include:

    • Predisposizione genetica.
    • Alterazioni neurochimiche. Nei livelli di ormoni come la serotonina e la dopamina, che regolano l’umore e il comportamento.
    • Fattori psicologici. Stress, ansia, depressione e noia sono frequentemente associati alla tricotillomania. Strapparsi i capelli può diventare un meccanismo di coping per gestire emozioni intense o situazioni difficili. Infatti, traumi, eventi stressanti o periodi di forte tensione emotiva possono scatenare o peggiorare il disturbo.
    • Distress. Spesso la tricotillomania è una risposta a paure, ansie ed evitamento. Paradossalmente, il tentativo di resistere all’impulso può aumentare il distress, portando allo strappo per alleviare la tensione.
    • Tricodinia. Un dolore al cuoio capelluto che, in alcuni casi, porta il paziente a strapparsi i capelli per alleviare il fastidio.

È fondamentale sottolineare che la tricotillomania non è un segno di debolezza o una “cattiva abitudine”, che può essere semplicemente interrotta con la forza di volontà. È un disturbo complesso che richiede comprensione e supporto di un team di professionisti, in primis uno psicologo e un dermatologo o tricologo.

Tricotillomania e caduta dei capelli: che conseguenze ha sulla chioma

Come accennavamo poco fa, la conseguenza più evidente della tricotillomania è la caduta dei capelli, che può variare da un lieve diradamento a chiazze
di calvizie
estese.

Lo strappo ripetuto e traumatico danneggia, infatti, i follicoli piliferi. Se il danno è superficiale, i capelli ricrescono nel tempo. Tuttavia, strappi prolungati e intensi possono causare danni permanenti agli stessi, portando a una calvizie irreversibile in quelle aree. Intervenire precocemente è quindi cruciale per preservare la possibilità di
ricrescita della capigliatura.

Tricotillomania come smettere: i rimedi

La buona notizia è che uscire dalla tricotillomania è possibile, ma richiede un percorso terapeutico mirato, che agisca su più fronti.

Il trattamento d’elezione è la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), in particolare il protocollo HRT (Habit Reversal Training). Si tratta di un metodo che aiuta a riconoscere gli impulsi, gestire i trigger emotivi e sostituire l’atto compulsivo con comportamenti alternativi (come stringere un oggetto o usare tecniche di rilassamento).

Nei casi più complessi, possono, invece, essere associati farmaci antidepressivi e ansiolitici, sotto stretta supervisione medica.

Una volta guariti dal comportamento compulsivo, è possibile affiancare Terapie Tricologiche Rigenerative per favorire la ricrescita dei follicoli e dei fusti compromessi, come:

    • PRP (Plasma Ricco di Piastrine) e Protocollo bSBS di HairClinic.
    • Mesoterapia e Carbossiterapia.
    • Laser terapia LLLT.
    • Integratori e lozioni stimolanti con biotina, zinco e vitamine del gruppo B.

Quando i follicoli risultano gravemente danneggiati, l’unica soluzione è invece il trapianto di capelli, da valutare con un tricologo esperto.

In conclusione, il percorso per smettere di strapparsi i capelli e recuperare la salute della chioma richiede tempo, pazienza e impegno. Ma con il giusto supporto e trattamenti innovativi e mirati, è possibile ritrovare il proprio autocontrollo, la serenità e la gioia di una capigliatura sana e folta.


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