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Pioniera

L’agricoltrice svizzera con più di 45 000 follower su Instagram

Sarah Heiligtag ha fondato nel 2013 uno dei primi santuari per animali in Svizzera. Oggi invita intere classi a visitare la sua fattoria e offre una consulenza agli agricoltori che vogliono rinunciare alla produzione di carne e latte.
Nora dal Cero
La filosofa e agricoltrice Sarah Heiligtag ha fondato nel 2013 uno dei primi santuari per animali in Svizzera. Da allora, la oggi quarantaseienne ha offerto la sua consulenza a oltre 200 agricoltori per la svolta verso un’agricoltura senza animali da reddito.
L’agricoltrice svizzera con più di 45 000 follower su Instagram
Sarah Heiligtag ha fondato nel 2013 uno dei primi santuari per animali in Svizzera. Oggi invita intere classi a visitare la sua fattoria e offre una consulenza agli agricoltori che vogliono rinunciare alla produzione di carne e latte.

IN BREVE:

    • Sarah Heiligtag ha insegnato etica in scuole e università svizzere prima di diventare agricoltrice e di fondare nel 2013 uno dei primi santuari per animali della Svizzera.
    • «L’agricoltura convenzionale odierna non è vantaggiosa né per l’uomo né per gli animali. Figuriamoci poi per il pianeta», spiega l’oggi quarantaseienne.
    • Anche se il piano originale era gestire una propria fattoria secondo le sue convinzioni personali, nel frattempo si è trovata a offrire una consulenza a oltre 200 agricoltori per la svolta verso un’agricoltura senza animali da reddito.
    • «Ognuno di noi dovrebbe assumersi le sue responsabilità nei settori in cui opera», spiega Heiligtag.

Sarah Heiligtag ne era consapevole già durante i suoi studi: così non si può andare avanti. Quello che non sapeva era però che questo pensiero sarebbe diventato la forza trainante che avrebbe fatto di lei una pioniera.

Dal 2013, la filosofa e agricoltrice gestisce insieme al marito, ricercatore ambientale, uno dei primi santuari per animali della Svizzera: la «Hof Narr». In questa fattoria vivono cavalli, polli, maiali e tanti altri animali salvati dal macello o provenienti da allevamenti convenzionali.

«L’agricoltura convenzionale odierna non è vantaggiosa né per l’uomo né per gli animali. Figuriamoci poi per il pianeta», spiega l’oggi quarantaseienne. «È addirittura distruttiva.» Secondo diversi studi, nessuna minaccia per la biodiversità è tanto grave quanto l’agricoltura globale che è inoltre responsabile di circa un quarto delle emissioni totali di gas serra.

Una consulenza per gli agricoltori

L’idea di fondare un santuario per animali non è nuova. Già nel 1986 Gene e Lorri Bauston hanno fondato il Farm Sanctuary di New York. Negli anni ‘90 e 2000 il concetto si è diffuso nell’area germanofona e nel 2013 è infine arrivato anche a Egg nel Canton Zurigo.

«Volevamo semplicemente testare se un’agricoltura sostenibile senza animali da reddito potesse effettivamente funzionare», spiega Heiligtag. Pian piano anche altri agricoltori si sono però interessati alla Hof Narr ed è sorta spontanea la domanda: potrebbe essere un’opzione anche per me? Heiligtag e suo marito si sono quindi trasformati in consulenti personali.

«Ognuno di noi deve prendersi le sue responsabilità»

Prima di diventare agricoltrice, Heiligtag insegnava etica nelle Università di Berna e Zurigo e in diverse scuole. Nel suo santuario ha potuto unire la teoria della filosofia con la pratica dell’agricoltura. «Ognuno di noi dovrebbe assumersi le sue responsabilità nei settori in cui opera», spiega. Per lei, una fonte di ispirazione è stata anche Martha Nussbaum.

La filosofa americana ritiene che equità non significhi solo uguaglianza formale ma anche la possibilità reale di vivere una vita dignitosa, sia per le persone che per gli animali. «Tutti siamo in grado di provare sofferenza», spiega Heiligtag. Anche se per lei il benessere degli animali è in primo piano, è stato subito chiaro che il santuario per animali si inserisce in un contesto molto più ampio.

La svolta come un outing

Grazie al sostegno di Heiligtag, circa 200 fattorie hanno deciso di compiere il passo verso un’agricoltura senza animali da reddito. «E ci avviciniamo a grandi passi alle 300», spiega. Heiligtag chiama questo processo «Transfarmation». I produttori di latte diventano produttori di bevande all’avena. Gli allevatori passano alla coltivazione di proteine vegetali. Diciotto imprese stanno attualmente effettuando la loro Transfarmation. Molte altre hanno segnalato il loro interesse.

Tuttavia, la maggior parte degli agricoltori che hanno deciso di intraprendere questa strada non vuole apparire in pubblico. «Un agricoltore una volta mi ha detto: è come fare outing», racconta Heiligtag. Molti sono tormentati da dubbi: cosa ne penserebbe mio padre? E i miei amici al bar? Questa soluzione può davvero funzionare dal punto di vista finanziario?

«È necessario essere assolutamente sicuri di voler intraprendere questa svolta», spiega Heiligtag. «È probabilmente più difficile esporsi all’interno del proprio settore che cambiare completamente mestiere.»

Agricoltori felici

I dubbi non sono però infondati. In molte imprese familiari i genitori vedono la svolta intrapresa dai figli come critica per il loro lavoro. Inoltre, occorre considerare con estrema attenzione la questione del finanziamento, anche perché circa l’80 per cento dei pagamenti diretti della Confederazione finisce ancora oggi nel settore dell’allevamento.

Per Heiligtag è però chiaro: chi ci mette la giusta passione può guadagnare tanto quanto prima se non addirittura di più. «E gli agricoltori sono semplicemente più felici dopo aver intrapreso la svolta», aggiunge. Recentemente, ha intervistato numerosi di questi agricoltori con l’obiettivo di scrivere un libro.

Una visita in fattoria

La Hof Narr offre un sostegno agli agricoltori che decidono di intraprendere la svolta ma si dedica anche con impegno alla formazione. Le lezioni di etica di Heiligtag non si tengono più all’università bensì nella sua fattoria. Le classi vengono in visita per scoprire di più sui retroscena e sulle conseguenze del consumismo ma anche per capire come possiamo cambiare la situazione.

Heiligtag diffonde le sue conoscenze anche online per promuovere il pensiero critico: su Instagram ha oltre 45 000 follower.

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