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Le escursioni danneggiano la natura?

La popolazione svizzera trascorre ogni anno quasi 200 milioni di ore passeggiando nella natura. Ma la natura ne soffre? Ecco come ridurre al minimo l’impatto ambientale delle nostre escursioni.
Sentieri svizzeri
Passeggiare nella natura ci permette di immergerci in essa con tutti i sensi e contribuisce a formare un legame emozionale con l’ambiente che ci circonda.
Le escursioni danneggiano la natura?
La popolazione svizzera trascorre ogni anno quasi 200 milioni di ore passeggiando nella natura. Ma la natura ne soffre? Ecco come ridurre al minimo l’impatto ambientale delle nostre escursioni.

In breve:

    • In Svizzera si trovano circa 65 000 sentieri marcati.
    • Le due regole più importanti per le escursioni sono molto semplici da seguire: restare sul sentiero e non abbandonare rifiuti. Anche torsoli, bucce e noccioli di frutta non devono essere lasciati nella natura.
    • Il viaggio di andata e ritorno in auto ha un impatto ambientale importante: gli escursionisti attenti all’ambiente arrivano al punto di partenza in bicicletta o con i mezzi pubblici.
    • Per far sì che la nostra escursione abbia un impatto il più ridotto possibile, la scelta migliore è spostarsi esclusivamente sulle nostre gambe.
    • I bisogni, soprattutto quelli di natura più importante, dovrebbero essere espletati all’aperto solo quando non è proprio possibile trattenersi. Attenzione: mantenere una distanza di almeno 50 metri dal più vicino corso d’acqua e non lasciare per terra la carta da gabinetto.
    • Le escursioni possono contribuire in modo importante ad acuire la consapevolezza ambientale delle persone.

Secondo uno studio commissionato dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) all’Associazione sentieri svizzeri, circa quattro milioni di cittadini svizzeri con più di 15 anni svolgono regolarmente escursioni. L’intera popolazione svizzera trascorre ogni anno circa 199 milioni di ore sui sentieri e gli amanti delle passeggiate intraprendono in media 15 escursioni all’anno.

Ma oltre alle idilliache fotografie postate sui social media, dopo un finesettimana soleggiato o durante le vacanze estive si moltiplicano purtroppo le lamentele della gente del posto o di altri amanti della montagna che sottolineano come molti escursionisti non tengano un comportamento adeguato. Soprattutto nei posti più gettonati come l’Oeschinensee (BE) o il sentiero tra Stoos e il Grat (SZ) si incontrano gruppi rumorosi, che bloccano i sentieri, disturbano gli animali o lasciano i sentieri tracciati. In alcuni casi i reclami riguardavano addirittura l’offerta di cibo agli animali selvatici e l’abbandono di rifiuti sui sentieri.

Le regole più importanti: restare sul sentiero e non abbandonare rifiuti

A cosa occorre prestare attenzione se vogliamo far sì che il crescente afflusso di visitatori sulle montagne e nei boschi svizzeri non arrechi danno alla natura? «Le due regole più importanti sono molto semplici e valgono per tutti: restare sul sentiero e non abbandonare i rifiuti. Lasciando il sentiero potremmo spaventare gli animali, distruggere le piante e, allargando il sentiero stesso, mutare il tracciato dei corsi d’acqua», spiega Daniel Assarson, responsabile del settore delle infrastrutture turistiche nei boschi nella regione di Goms. La valle di Goms in Vallese è una delle regioni più naturali della Svizzera e riscuote sempre più successo tra gli amanti della natura.

Per ridurre al minimo i malintesi lungo i sentieri, è stato necessario effettuare un’accurata manutenzione della demarcazione dei sentieri escursionistici e per mountain bike. «Alcuni anni fa, gli oppositori delle mountain bike hanno scritto 'NO BIKE' con un pennarello su numerosi cartelli di demarcazione a Goms nonostante non fosse proibito percorrere quei sentieri in mountain bike. La manomissione dei cartelli è considerata vandalismo e non ho nessuna tolleranza per questi gesti», racconta Daniel Assarson. «Invece sul fatto che il littering sia dannoso non penso siano necessarie ulteriori spiegazioni.»

I resti di frutta gettati nella natura possono alterare le abitudini alimentari della fauna selvatica

Mentre per la maggior parte delle persone sembra essere chiaro che imballaggi e equipaggiamento rotto non devono essere gettati per terra, sono in molti invece ad abbandonare con noncuranza torsoli di mela o noccioli di pesche e prugne nella natura. «Si tratta comunque di littering ed è vietato. Molti frutti si decompongono molto meno velocemente di quanto possiamo pensare. Soprattutto i resti di frutti esotici come le bucce di banana non sono fatti per degradarsi nelle nostre condizioni climatiche. La frutta viene inoltre talvolta trattata con pesticidi che non dovrebbero essere sparsi in natura», spiega Patricia Cornali, responsabile media dell’Associazione sentieri svizzeri. Un altro problema è che gli animali selvatici possono abituarsi a trovare cibo nelle vicinanze dei sentieri. Ciò porterebbe a un’alterazione innaturale delle abitudini alimentari che a sua volta presenta un rischio importante per gli animali stessi.

Come possiamo ridurre ulteriormente l’impatto ambientale delle nostre escursioni? «Il viaggio di andata e ritorno in auto è il fattore più dannoso per l’ambiente. Per avere un impatto il più ridotto possibile, la scelta migliore è spostarsi esclusivamente con le proprie gambe, ossia uscire dalla porta di casa e iniziare a camminare. In Svizzera abbiamo una rete molto fitta con 65 000 chilometri di sentieri e il più vicino è spesso proprio dietro l’angolo», spiega Patricia Cornali dell’associazione sentieri svizzeri. Se vogliamo scoprire nuovi percorsi più lontani da casa, è meglio utilizzare i mezzi pubblici invece dell’auto per raggiungere il punto di partenza.

Anche equipaggiamento e vivande sono decisivi per l’impatto ambientale

Al momento dell’acquisto di equipaggiamento e vestiti per le escursioni, occorre prestare attenzione alle condizioni di produzione. «Esistono anche moltissime ottime offerte di prodotti di seconda mano o servizi di riparazione per l’equipaggiamento da escursione», spiega Patricia Cornali. Raccomanda inoltre di portare con sé durante le escursioni alimenti di stagione prodotti nella regione per rendere l’escursione ancora più sostenibile.

E cosa fare invece quando siamo nel bel mezzo della nostra passeggiata e la natura chiama? «La cosa migliore da fare è pianificare l’itinerario con le giuste pause dove è disponibile un gabinetto per non doversi fermare nella natura sfruttando invece le infrastrutture esistenti come le stazioni della funivia, i ristoranti o i rifugi», spiega Patricia Cornali. Se proprio non è possibile rimandare, allora occorre mantenere una distanza di almeno 50 metri dal più vicino corso d’acqua. «Se non è solo pipì, scavate una buca e sotterrate il tutto e portate via la carta igienica ad esempio in un sacchetto per i bisogni dei cani per poi smaltirla correttamente.»

«Le escursioni contribuiscono a rafforzare il nostro legame con la natura»

Seguendo le regole ufficiali e i consigli aggiuntivi per un’escursione sostenibile, è possibile ridurre al minimo l’impatto ambientale delle vostre passeggiate e, oltre a ottenere ricordi indimenticabili, sviluppare inoltre una maggiore consapevolezza per l’ambiente. «Le escursioni contribuiscono ad acuire la consapevolezza ambientale delle persone: è possibile vedere con i propri occhi i danni e l’inquinamento causati dalla presenza dell’uomo e capire come i cambiamenti climatici influiscano sul nostro ambiente, ad esempio osservando il costante ritirarsi dei ghiacciai. Passeggiare nella natura ci permette di immergerci in essa con tutti i sensi e contribuisce a formare un legame emozionale con l’ambiente che ci circonda. Se ci sentiamo legati a un particolare paesaggio, aumenta la nostra motivazione nel difenderlo», conclude Patricia Cornali.

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