Quattro donne contro l’estinzione dei coralli


Entro il 2050, il 90 per cento dei coralli potrebbe scomparire. Rrreefs, spin-off dell’ETH, mira a contrastare l’estinzione della «foresta pluviale dei mari» grazie a barriere coralline artificiali create con stampanti 3D.
Entro il 2050, il 90 per cento dei coralli potrebbe scomparire. Rrreefs, spin-off dell’ETH, mira a contrastare l’estinzione della «foresta pluviale dei mari» grazie a barriere coralline artificiali create con stampanti 3D.
In breve:
- Una specie marina conosciuta su quattro vive nelle barriere coralline. Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico avverte tuttavia che entro il 2050 circa il 90 per cento dei coralli potrebbe scomparire.
- La start-up svizzera rrreefs mira a contrastare questa tendenza: «Vogliamo fare la differenza in termini misurabili per quanto riguarda la salvaguardia della barriera corallina», spiega la cofondatrice Josephine Graf.
- rrreefs crea formazioni rocciose artificiali in argilla grazie a stampanti 3D e le installa in quei luoghi dove servono con maggiore urgenza.
- Regolari monitoraggi scientifici verificano che le barriere costruite con materiali sostenibili e duraturi adempiano al meglio i loro obiettivi.
- «Indonesia, Messico, Figi: i potenziali progetti non mancano», spiega Graf. «Ci mancano solo le imprese partner disposte a finanziarli.»
Il primo reef è stato installato in Colombia: al largo dell’isola caraibica di San Andrés, i sommozzatori hanno posato 228 moduli in argilla stampati in Svizzera con stampanti 3D. Quattro anni più tardi, la barriera artificiale è un grande successo: nonostante le difficili condizioni ambientali, pesci e coralli l’hanno colonizzata. La varietà di fauna marina cresce velocemente e si avvicina sempre più a quella di una barriera naturale.
Ma rrreefs punta ancora più in alto: «Il nostro obiettivo non è avviare un paio di progetti pilota», spiega Josephine Graf, una delle quattro cofondatrici di questa spin-off dell’ETH. «Vogliamo fare la differenza in termini misurabili per quanto riguarda la salvaguardia della barriera corallina.»
Nel frattempo la start-up ha installato reef artificiali in cinque Paesi. «L’estinzione dei coralli avanza a ritmo vertiginoso», spiega Graf. «Anche noi dobbiamo muoverci
velocemente.»
Barriere coralline: le foreste pluviali degli oceani
Le barriere coralline rivestono un ruolo di primo piano nella biodiversità marina. Vengono spesso descritte come le «foreste pluviali degli oceani»: una specie marina su
quattro tra quelle conosciute vive nelle barriere coralline, ossia, a spanne, circa un milione di specie tra cui pesci, molluschi, crostacei e alghe.
E proprio come le foreste tropicali, anche le barriere coralline sono fortemente minacciate. I cambiamenti climatici, il sovrasfruttamento della pesca e l’inquinamento dei mari sono solo alcuni degli elementi che mettono a rischio le barriere coralline. Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico ritiene che anche se riuscissimo a rispettare l’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima di limitare il riscaldamento climatico a 1,5°C, fino al 90 per cento dei coralli potrebbe comunque scomparire.
Da Zurigo al mondo
E qui entra in gioco rrreefs. Le basi per la start-up sono state gettate a Zurigo: l’oceanografa dell’ETH Ulrike Pfreundt e l’artista Marie Griesmar hanno scoperto di avere qualcosa in comune, ossia l’interesse per le barriere coralline. Da questo interesse comune è nato un progetto che unisce scienza e arte.
I reef artificiali di rrreefs consistono in moduli stampati in 3D in argilla, materiale molto sostenibile. I moduli offrono una grande varietà di spazi abitativi grazie al design con numerose nicchie e sono anche piacevoli alla vista. «Le barriere coralline naturali sono più belle ma anche i nostri sistemi mirano ad essere esteticamente piacevoli», spiega Josephine Graf.
Imprese partner cercasi
All’inizio del 2024, quando rrreefs da semplice progetto si è trasformata in impresa, alle considerazioni scientifiche e artistiche si sono aggiunte le questioni di natura economica. Rrreefs non deve limitarsi ad essere sensata dal punto di vista ecologico: deve anche essere economicamente sostenibile. Anche questo in sé è un obiettivo ambizioso poiché «la vita sottomarina» è l’obiettivo ONU meno considerato a livello finanziario.
«Offriamo la rigenerazione dei reef come servizio», spiega Josephine Graf. «È comparabile alla riforestazione ma avviene sott’acqua.» L’accurato design dei moduli in argilla è essenziale per il successo del modello: i reef diventano attrazioni per i sub, catturano l’attenzione dei visitatori ad esempio all’Expo in Giappone e anche le imprese partner li presentano volentieri.
Regolari monitoraggi scientifici verificano che le barriere artificiali adempiano al meglio il loro obiettivo principale. Il più recente monitoraggio effettuato nelle Filippine mostra che in un anno circa 4000 coralli e 100 specie di pesci hanno colonizzato il reef artificiale di Pujada Bay.
Produzione nelle Filippine
Per rigenerare le barriere coralline in tutto il mondo in grande stile, rrreefs è alla ricerca di partner locali. «La collaborazione con la gente del posto è essenziale per far sì che il progetto possa continuare anche senza la nostra presenza», spiega Josephine Graf. I partner locali sanno dove possono essere installati i reef, conoscono le condizioni locali del mare e promuovono l’accettazione da parte della popolazione indigena.
Finora i moduli sono stati prodotti in Svizzera e trasportati via mare verso la Colombia, l’Ecuador e le Filippine. «A lungo termine vorremmo però produrre, installare e monitorare i nostri moduli il più localmente possibile», spiega Graf. Attualmente sta sorgendo il primo sito di produzione nelle Filippine.
Adottare un reef
Rrreefs installa i propri reef laddove le barriere coralline naturali sono state distrutte o sono in grave pericolo, a condizione di trovare un’organizzazione partner locale e un interesse da parte delle autorità locali. «Indonesia, Messico, Figi: i potenziali progetti non mancano», spiega Graf. «Ci mancano solo le imprese partner disposte a finanziarli.»
Anche i privati possono contribuire alla salvaguardia delle barriere coralline: per 150 franchi è possibile adottare uno dei moduli installati nei cento metri quadri di barriera corallina nelle Filippine.