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ARGOVIA

Dieci anni per aver ucciso la figlia disabile

In appello le pene sono state aumentate, i due saranno anche espulsi dalla Svizzera per dieci anni. Assolta la nonna
Depositphotos (style67)
Fonte ATS
Dieci anni per aver ucciso la figlia disabile
In appello le pene sono state aumentate, i due saranno anche espulsi dalla Svizzera per dieci anni. Assolta la nonna

BREMGARTEN - Dieci anni di carcere ed espulsione dal Paese per omicidio intenzionale e tentato omicidio: è la pena inflitta dal Tribunale cantonale di Argovia a una coppia di genitori che nel 2020 uccise la figlia di 3 anni gravemente disabile a Hägglingen (AG). La nonna è stata assolta dall'accusa di complicità. Le sentenze possono ancora essere impugnate davanti al Tribunale federale (TF).

La corte d'appello ha confermato i capi di accusa mossi contro la coppia di nazionalità tedesca dal Tribunale distrettuale di Bremgarten (AG) lo scorso settembre, ma ha aumentato la pena detentiva per i due imputati trentenni da 8 a 10 anni. I genitori in aula non si sono detti pentiti e anzi hanno affermato che avrebbero causato ancora la morte della bambina con l'ecstasy, perchè volevano che smettesse di soffrire.

La seconda istanza ha inoltre confermato la loro espulsione dalla Svizzera per 10 anni e l'assoluzione della nonna della bimba dall'accusa di complicità nell'omicidio anche se non ha impedito alla figlia e al genero di compiere il gesto. Lei ha parlato di una accusa assurda, spiegando che era stata informata delle intenzioni dei due ma che poi le era stato detto che non avrebbero agito.

Come già la prima istanza, i giudici cantonali non hanno seguito la richiesta del ministero pubblico che chiedeva 18 anni di reclusione per assassinio. E non hanno nemmeno accolto la richiesta della difesa, che chiedeva una condanna a tre anni di reclusione in parte sospesa per omicidio passionale.

Il 6 maggio del 2020, i due partner hanno drogato la bambina con dell'ecstasy e l'hanno poi soffocata. Entrambi sono anche stati giudicati colpevoli di tentato omicidio intenzionale in quanto nell'ottobre 2019, avevano già tentato di sopprimere la bambina con un'overdose di sonniferi nel biberon.

Il Tribunale cantonale non ha ravvisato i limiti di un assassinio in questo crimine, ha detto il suo presidente annunciando la sentenza. Il delitto non è stato commesso per egoismo o con una particolare mancanza di scrupoli. Tuttavia, non spetta ai genitori decidere se la vita del figlio sia degna di essere vissuta o meno, ha detto.

Secondo i giudici, non si può nemmeno parlare di omicidio passionale. La profonda prostrazione dei genitori era certamente grande, ma non era una condizione cronica. Secondo la corte sarebbero state possibili altre soluzioni.

Per quanto riguarda la pena inflitta in secondo grado, i giudici non hanno accordato alcuna attenuazione di responsabilità, soprattutto vista l'assenza di pentimento da parte dei genitori. Durante l'appello, la madre ha persino dichiarato che avrebbe commesso di nuovo lo stesso atto.

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