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SVIZZERA

Lo smartphone fa litigare genitori e figli

Quasi tutti gli interpellati da uno studio hanno imposto delle regole per l'uso di Internet, ma l'applicazione si rivela complicata
Depositphotos (AllaSerebrina)
Fonte AXA Svizzera
Lo smartphone fa litigare genitori e figli
Quasi tutti gli interpellati da uno studio hanno imposto delle regole per l'uso di Internet, ma l'applicazione si rivela complicata

ZURIGO - L’uso dello smartphone divide molte famiglie. Lo dimostra il Rapporto sul monitoraggio delle cyber-apprensioni AXA realizzato in collaborazione con l’istituto di ricerca Sotomo. Prendendo un campione di genitori con figli minorenni di età pari o superiore ai sei anni, oltre la metà (55%) ha dichiarato di litigare occasionalmente o frequentemente a casa per il tempo trascorso davanti allo schermo. Quasi tutti hanno stabilito con i propri figli delle regole per l’uso di Internet, ad esempio limitando l’accesso a determinate piattaforme online o il tempo trascorso davanti allo schermo.

Ma l’attuazione di queste misure si scontra con la realtà: circa la metà dei genitori infatti dice di trovarsi in difficoltà. Il 51% degli intervistati ritiene piuttosto difficile limitare determinate piattaforme e app, mentre il 46% riesce a fatica a contenere la durata del tempo davanti allo schermo.

Preoccupazione per il cyberbullismo e il cybergrooming - Anche il resto della popolazione è critica nei confronti dell’uso di Internet da parte dei bambini. Benché gli intervistati vedano anche dei vantaggi, come l’acquisizione di competenze tecniche (39%), l’accesso alle conoscenze (38%) o la possibilità di utilizzare supporti didattici (37%) e piattaforme didattiche (32%), il tema del cyberbullismo è fonte di grande preoccupazione: circa il 43% delle persone intervistate considera il confronto con il mondo digitale una delle maggiori sfide per i bambini.

Preoccupano anche il cybergrooming (40%), ossia la manipolazione mirata dei bambini a fini sessuali, e la visualizzazione di immagini dal contenuto sessuale (37%). Per il 36% degli interpellati l’uso eccessivo di Internet rappresenta una sfida importante per i bambini. «Le preoccupazioni sono quindi molteplici: da un lato riguardano i pericoli in agguato di Internet, dall’altro il tempo trascorso allo schermo e quindi la dipendenza da Internet. Ciò potrebbe anche implicare una riduzione delle attività offline», afferma Katrin Sprenger, responsabile dei Servizi di prevenzione dei cyber-rischi di AXA.

Responsabilità dei genitori - Una netta maggioranza (85%) ritiene che i bambini non siano sufficientemente informati sui rischi collegati alle piattaforme online. Ma a chi spetta questo importante compito? Per una percentuale molto alta (89%), è compito dei genitori. Inoltre, il 77% ritiene che anche le scuole debbano svolgerlo. La maggior parte dei genitori di figli minorenni si sente all’altezza di questo compito (62%). Ma oltre un terzo (38%) dichiara di non sentirsi in grado di proteggere a sufficienza i propri figli dai rischi cibernetici. «Il mondo digitale si evolve rapidamente e di continuo, rendendo molto difficile per i genitori mantenere una visione d’insieme», afferma Michael Hermann, responsabile di Sotomo.

Divieto di utilizzo dei cellulari nelle scuole - Alcuni cantoni prevedono, a partire dal nuovo anno, il divieto dell’uso del cellulare nelle scuole dell’obbligo. Una netta maggioranza della popolazione svizzera è d’accordo con questa misura. L’81% degli intervistati è quindi (piuttosto) favorevole al divieto dei cellulari nelle aule e nei cortili delle scuole. Ma non è tutto: l’80% si è dichiarato favorevole al divieto di accesso ai social media per i minori di 16 anni. «Ciò dimostra che nel mondo digitale c’è un grande bisogno di proteggere i bambini. La popolazione svizzera ritiene che siano necessarie misure politiche», afferma Michael Hermann.

Divieto di Tiktok per tutti - Alla domanda sull’età effettiva a partire dalla quale determinate attività online possono risultare appropriate, gli intervistati hanno in media dichiarato che a partire dai 10 anni si possono consentire i giochi online. Per l’utilizzo delle piattaforme video la popolazione auspica in media un’età minima di 13 anni mentre per l'uso di propri profili social e per un accesso illimitato a Internet, un’età minima di 14 anni. Una parte delle persone intervistate inoltre ritiene che in generale i bambini non dovrebbero cimentarsi con queste attività online. La piattaforma Tiktok, criticata per avere un elevato potenziale di dipendenza, viene valutata criticamente non solo tra i bambini, ma anche tra gli adulti. Il 48% è favorevole a un divieto generale per tutte le fasce d’età, il 39% è invece contrario e il 13% è indeciso. Tuttavia, l’atteggiamento nei confronti di un divieto di Tiktok varia notevolmente a seconda della fascia di popolazione. Le persone più anziane sono più favorevoli dei giovani. Ma anche tra le persone che usano Tiktok settimanalmente, un quinto è a favore di un divieto.

I dettagli dello studio - Il Rapporto sul monitoraggio delle cyber-apprensioni di AXA è nato in collaborazione con l’istituto di ricerca Sotomo. Il sondaggio rappresentativo, con una platea di 1706 partecipanti di entrambi i sessi, è stato condotto tra il 26 febbraio e il 10 marzo scorsi. La base da cui sono state individuate le persone intervistate è costituita dalla popolazione maggiorenne residente nella Svizzera tedesca e francese e linguisticamente integrata.

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.
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