Milionari ai vertici, salari fermi alla base: «È allarmante»

Solidar Suisse denuncia l'aumento della disparità salariale: «Non è solo un problema di giustizia, è un problema di democrazia».
ZURIGO - I divari salariali estremi fra chi è ai vertici delle imprese e i comuni lavoratori rappresentano un problema per la stessa democrazia: lo sostiene Solidar Suisse, commentando uno studio diffuso oggi dall'organizzazione internazionale Oxfam in occasione della festa del lavoro.
Un divario che preoccupa - La ricerca - che ha considerato a livello globale 1984 aziende (tra cui 60 in Svizzera) con un presidente della direzione che l'anno scorso ha guadagnato almeno 1 milione di dollari - mostra che nello spazio di cinque anni (cioè in relazione al 2019) la retribuzione dei Ceo è aumentata del 50% (al netto dell'inflazione), con una media di 4,3 milioni di dollari, mentre quella dei lavoratori è salita solo dello 0,9%.
«Anno dopo anno assistiamo allo stesso spettacolo a dir poco grottesco: i compensi dei Ceo crescono vertiginosamente, mentre i salari dei lavoratori in molti paesi restano fermi o salgono di pochi decimali», ha spiegato Mikhail Maslennikov, esperto di Oxfam Italia.
«Un problema per la democrazia» - Anche nella Confederazione vi è un problema strutturale, secondo Solidar Suisse: persino aziende con fatturati annui inferiori al miliardo di franchi versano buste paga milionarie ai loro vertici. Inoltre solo una delle 60 imprese elvetiche considerate è guidata da una donna e in molte ditte gli uomini guadagnano il 20% più delle loro colleghe femmine, si rammarica l'organizzazione di aiuto allo sviluppo.
«Il divario salariale non è solo un problema di giustizia, è un problema di democrazia», afferma Susanne Rudolf, esperta presso Solidar Suisse. «Mentre i pochi ai vertici si arricchiscono, molti devono fare i conti con l'aumento del costo della vita. E le donne sono particolarmente colpite». Quando la ricchezza si concentra nelle mani di pochi, a risentirne non è solo la coesione sociale, ma anche l'accesso equo ai diritti, alle risorse e alla partecipazione politica. La crescente disuguaglianza economica indebolisce la fiducia nelle istituzioni e mette a rischio la stabilità democratica nel lungo periodo.
Una tassazione equa - Insieme a Oxfam, Solidar Suisse chiede un'azione decisa da parte del mondo politico e delle stesse imprese, anche in Svizzera. Concretamente viene ritenuta necessaria una tassazione equa dei grandi patrimoni, di modo da garantire investimenti nell'istruzione, nell'assistenza, nella protezione del clima e nella giustizia sociale. Serve inoltre un limite legale alle differenze salariali, una maggiore trasparenza sui compensi, nonché il rispetto dei dipendenti e dei sindacati. Occorre poi continuare a puntare sulla cooperazione allo sviluppo, un approccio considerato fondamentale per la lotta contro le disuguaglianze estreme.
L'associazione - Solidar Suisse trae le sue origini dal Soccorso Operaio Svizzero (SOS) fondato nel 1936 dall'Unione sindacale svizzera (USS) e dal partito socialista (PS), una delle prime organizzazioni elvetiche a fornire cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario. Dal 2005 il dipartimento estero di SOS è diventato un'organizzazione indipendente che nel 2011 ha assunto il nome di Solidar Suisse. L'associazione, oggi attiva con numerosi progetti in vari continenti, lotta contro le disuguaglianze estreme e per ottenere condizioni di lavoro dignitose, partecipazione democratica e giustizia sociale.