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SVIZZERA

FFS: 10 aggressioni al giorno, Marchesi chiede un piano nazionale

Non solo insulti o minacce: sempre più spesso si verificano attacchi violenti contro i dipendenti delle Ferrovie svizzere. Il deputato ticinese chiede di intervenire per arginare questa escalation.
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FFS: 10 aggressioni al giorno, Marchesi chiede un piano nazionale
Non solo insulti o minacce: sempre più spesso si verificano attacchi violenti contro i dipendenti delle Ferrovie svizzere. Il deputato ticinese chiede di intervenire per arginare questa escalation.

BERNA - La crescente ondata di violenze a bordo dei treni ha spinto il consigliere nazionale UDC Piero Marchesi a intervenire con decisione. In una mozione inoltrata al Consiglio federale, il ticinese chiede l’elaborazione di un piano nazionale per rafforzare la sicurezza del personale ferroviario e dei passeggeri.

Secondo i dati delle Ferrovie Federali Svizzere (FFS), ogni giorno si registrano in media dieci aggressioni contro il personale, per un totale di circa 3.600 episodi l’anno. Non si tratta soltanto di insulti o minacce verbali: sempre più frequentemente si verificano attacchi violenti, con pugni, morsi e colpi alla testa.

Tra i casi più emblematici quello del 23 dicembre 2024 su un Intercity diretto a Basilea, dove una dipendente FFS è stata aggredita con morsi e pugni da una passeggera, riportando ferite e uno stato di shock. Pochi mesi prima, l’8 settembre, un controllore era stato colpito violentemente alla testa su un treno Lucerna–Basilea, fino a perdere conoscenza. Solo l’intervento di alcuni viaggiatori aveva evitato conseguenze peggiori.

Marchesi sottolinea come le aggressioni avvengano soprattutto negli orari più critici, dopo le 22:00 o sui primi treni del mattino. Le tensioni nascono spesso durante i controlli dei biglietti, nei vagoni sovraffollati o in situazioni di conflitto sociale acuite negli anni della pandemia.

Per affrontare il problema, la mozione propone cinque misure principali:

    • l’elaborazione di un piano nazionale in collaborazione con FFS, altre aziende di trasporto e Cantoni;
    • l’introduzione di pattugliamenti sistematici delle polizie dei trasporti sulle tratte più sensibili, in particolare nelle ore notturne;
    • un rafforzamento della formazione e del sostegno al personale ferroviario nella gestione delle situazioni di rischio;
    • la valutazione della possibilità di dotare i collaboratori più esposti di spray al pepe come mezzo di autodifesa;
    • eventuali modifiche legislative per rendere possibili tali misure.

Per il deputato UDC, gli strumenti messi in campo finora dalle FFS – dalle denunce sistematiche al supporto psicologico – sono importanti, ma non sufficienti. «La sicurezza a bordo non può dipendere unicamente dall’iniziativa aziendale o dal coraggio dei passeggeri. È responsabilità dello Stato garantire protezione a chi lavora e a chi viaggia», sostiene Marchesi.

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