«La crema "anti-gelo" di Weleda testata sui prigionieri di Dachau»
L'accusa di una storica scuote la nota azienda svizzera di cosmetica. Questa condanna le atrocità del nazismo e promette chiarezza: «Faremo luce sulla nostra storia»
BASILEA - Una storica tedesca specializzata nel periodo nazista ha dichiarato in un lungo rapporto che l’azienda di cosmetici Weleda, con sede in Svizzera, avrebbe creato una crema cutanea utilizzata in esperimenti umani che causarono la morte di decine di prigionieri nel campo di concentramento nazista di Dachau.
Fondata oltre un secolo fa e oggi conosciuta a livello mondiale per i suoi prodotti olistici, Weleda avrebbe avuto stretti legami con le SS durante la Seconda guerra mondiale. Secondo la storica, l’azienda otteneva erbe medicinali coltivate in una piantagione agricola gestita dalle SS a Dachau, in Baviera, e in cambio forniva al campo una crema “anti-gelo”, sviluppata per proteggere i soldati dal rischio di ipotermia sul fronte orientale.
Tra il 1942 e il 1943 il medico delle SS Sigmund Rascher avrebbe usato la crema su circa 280-300 detenuti del campo, sottoponendoli a esperimenti di resistenza al freddo in vasche piene di ghiaccio. Secondo il rapporto, tra 80 e 90 prigionieri morirono in seguito alle torture.
L'azienda svizzera, celebre per prodotti come la linea Skin Food, il dentifricio al sale e il deodorante agli agrumi, ha reagito promettendo «che sarà fatta chiarezza» sulla propria storia. In una nota ha condannato «con la massima fermezza le atrocità del regime nazista» e ha dichiarato di aver concesso a storici indipendenti pieno accesso ai propri archivi.
Weleda ha inoltre rimandato a uno studio dalla Society for Corporate History nel 2024, che menziona la consegna della crema alle SS ma non conferma che fosse stata effettivamente usata per esperimenti con cavie umane.
«Vogliamo che sia fatta luce sulla nostra storia. Weleda è un’azienda internazionale, presente in 50 Paesi, e si riconosce nei valori di tolleranza, diversità e umanità», si legge nel comunicato.
