Rientro col magone: se settimana bianca, calcolatrice e i libri non fanno dormire mamma e papà

Ricomincia la scuola e per molte famiglie ticinesi è una nuova preoccupazione in momento da cinghia già strettissima. Soccorso d'Inverno: «Ogni rinuncia finisce per pesare sui figli».
Si chiude l'estate, si apre un nuovo anno scolastico. Tutto come sempre, anche se - soprattutto ultimamente - a cambiare è il contesto socio-economico con un Ticino che si ritrova a essere sempre più povero e alle strette, fra rincari, affitti che continuano a crescere e la solita, inesorabile, cassa malati.
Il primo giorno di scuola può essere un sospiro di sollievo per quelle famiglie in cui entrambi i genitori lavorano e hanno fatto del loro meglio per barcamenarsi lungo l’estate. Per altre famiglie, più fragili e già in difficoltà, rappresenta invece un grattacapo pesantissimo.
«Inutile nascondersi dietro a un dito, in Ticino l'inizio della scuola pesa», ci spiega Paola Eicher, presidente di Soccorso d'inverno Ticino, «anche se in molti casi è gratuita, ci sono davvero tante spese di cui tenere conto».
Di primo acchito verrebbe in mente la cartella, l'astuccio e magari la borsa da ginnastica. Beni che, di per sé, sono già oggetto di un non trascurabile rincaro. Ma la verità è che quelle sono solo la base (o la punta dell'iceberg) a cui vanno ad aggiungersene altre ben più onerose, anche a seconda dell'ordinamento scolastico.
Ci sono spese ulteriori come la mensa, i trasporti, le uscite o la periodica settimana bianca/verde oppure più specifiche, soprattutto per quanto riguarda i percorsi post scuola dell'obbligo, come la calcolatrice scientifica, libri di materia (che possono diventare davvero costosi), abbigliamento da lavoro o la necessità di avere un computer in casa che non sia troppo vetusto. Senza dimenticare i doposcuola, che per molti genitori sono d'importanza vitale.
«Quando nostra figlia ha deciso per un percorso d'apprendistato, lo confesso, abbiamo tirato un sospiro di sollievo», ci confida il padre di famiglia Roberto*, «in un qualche modo speravamo in un “alleggerimento” della pressione sulle nostre finanze familiari. Così, per ora non è stato, affatto: se è vero che abbiamo speso poco per quanto riguarda l'abbigliamento professionale - studia da assistente di studio medico - lo stesso non si può dire per i lbri di testo. Uno in particolare costava quasi 160 franchi. Una spesa non proprio trascurabile, considerando che abbiamo anche altri figli agli studi in ordini scolastici diversi».
«Con più figli in cicli diversi i costi si sommano in fretta e possono diventare insostenibili», continua Eicher, «in generale più si va avanti nel percorso di studi, più le spese aumentano. A queste si sommano le attività extrascolastiche, come lo sport o la musica. Lezioni e materiali specifici, così come il trasporto, possono diventare una voce pesante sul budget di una famiglia».
Nonostante i loro costi, non devono però essere considerati un lusso: «Permettono a bambini e ragazzi di prendere parte alla vita sociale, imparare a stare in gruppo e relazionarsi con gli altri».

Cosa è fornito dalle scuole, e cosa no? Ce lo ha spiegato, nel dettaglio il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS): «Nelle scuole dell’infanzia ed elementari il materiale scolastico è messo a disposizione gratuitamente (fanno eccezione: zaino, pantofole, grembiule per l’educazione alle arti plastiche, scarpette per l’educazione fisica). Alcuni materiali sono consegnati ad allieve e allievi a titolo personale, altri sono a disposizione nelle classi. Ad alunne e alunni vengono inoltre forniti i libri di lettura scelti dalla docente o dal docente»
Per quanto riguarda le scuole medie «ogni anno allieve e allievi ricevono del materiale scolastico e alcuni libri di testo (ad esempio il manuale di storia o il libro di matematica). Per le lingue, i libri di grammatica sono forniti in prestito e devono essere riconsegnati da allieve e allievi a fine anno scolastico, mentre gli eserciziari rimangono a loro disposizione. I flauti vengono consegnati gratuitamente ad allieve e allievi che non ne possiedono già uno».
«Nelle scuole post-obbligatorie non sono consegnati materiali di consumo e i libri devono essere acquistati dalle famiglie secondo le indicazioni date dalle docenti e dai docenti. Nel settore professionale sono talvolta necessari anche materiali specifici in base al settore di formazione».

«Chi è più esposto? Le famiglie monoparentali, con reddito basso o irregolare», ci spiega ancora Paola Eicher, «senza tralasciare casi limite, ma presenti anche in Ticino, come nuclei con una persona con dipendenze o gioco d’azzardo, famiglie che per vergogna non intraprendono passi per accedere alle informazioni sui vari aiuti esistenti».
Quando poi si decide di rinunciare a qualcosa, una spesa extra o un particolare percorso di studio perché ritenuto troppo oneroso, le ripercussioni finiscono per toccare i figli: «si rischia l'isolamento sociale e il loro malessere».
Questo è vero anche quando la pressione economica finisce per orientare le carriere scolastiche di ragazze e ragazzi non sulla base dell'attitudine o delle capacità, ma piuttosto sulla base dei costi: «Questo crea disparità di opportunità e pesa sul clima familiare, con ricadute su rendimento e benessere dei bambini, ma anche sul loro futuro».
«Non me ne vergogno, per i miei bimbi compro quasi solo abiti usati dai gruppi su Facebook», ci racconta la mamma Monica*, «ogni anno il periodo più complicato per trovare quello che mi serve è proprio quello a ridosso di settembre. Le cose letteralmente scompaiono e diventano difficilissime da trovare. Lo stesso vale anche per i negozi discount e le loro offerte per la stagione autunnale, svaniscono in men che non si dica. La sensazione è proprio quella di non essere affatto la sola a rivolgermi a questi canali».
La digitalizzazione, poi, non ha per nulla aiutato: «Ha alzato la soglia minima d'accesso, di fatto escludendo da percorsi di carriera tante ragazze e ragazzi».
Il motivo è legato, più che alle abilità e competenze, proprio ai device: «Già dalle medie avere un computer (personale o di casa) è necessario, diventa fondamentale poi col prosieguo degli studi (penso all'università) ma anche per la ricerca di lavoro».
Il costo non è solo quello del pc in sé: «Servono software specifici, licenze per piattaforme dedicate, cuffie, webcam, zaino adeguato, unità di memoria esterne senza dimenticare l'abbonamento internet per connetterlo alla rete! Nulla di questo è scontato. Se poi si pensa ai percorsi di studio più specifici, nell'ambito tecnico o grafico, è anche necessario che queste macchine siano potenti e quindi ancora più care».
In Ticino sostegni o possibilità di risparmiare esistono: «Ma ci sono anche barriere diffuse, come la scarsa conoscenza o la vergogna di chiedere aiuto», conferma Eicher, «per questo motivo servono sia informazioni chiare e in grado di arrivare a chi ne ha davvero bisogno, sia un approccio rispettoso».
Sono diversi i comuni che prevedono tariffe sociali o riduzioni per la mensa e il doposcuola. Il Cantone, invece, segnala dei canali per acquistare dispositivi a prezzo agevolato. Le biblioteche offrono postazioni studio con Wi-Fi gratuito.

«Rispetto ai costi generati dall’acquisto di materiale scolastico, le famiglie che hanno necessità di un sostegno finanziario possono inviare una richiesta all’Ufficio degli aiuti allo studio. La Legge sugli aiuti allo studio (LASt) del 23 febbraio 2015 (stato 21 giugno 2024) specifica le condizioni e i requisiti per ottenere un sussidio e favorire l’accesso alla formazione scolastica e professionale post-obbligatoria, nonché il perfezionamento e la riqualificazione professionali», ribadisce il DECS, «i costi di formazione che possono venire sostenuti riguardano anche le spese per l’alloggio, il pranzo fuori casa, le spese di viaggio con modalità più conveniente e con i mezzi pubblici, libri e materiale scolastico».
Per quanto riguarda il post-obbligo, il Cantone promuove misure di sostegno alle famiglie in difficoltà «con aiuti per il pagamento della tassa scolastica; l’acquisto di programmi o licenze per specifiche piattaforme digitali per seguire le lezioni; l’acquisto e la messa a disposizione gratuita, di strumenti didattici obbligatori, in particolare PC, tablet, chiavi USB, a favore di allievi con difficoltà economiche».
«Quando è arrivata la lettera che diceva che la borsa di studio era stata ridotta, per noi è stata una doccia fredda, anzi gelata», spiega Anastasia*, «la motivazione è legata ai dati fiscali dell'anno di riferimento, più elevati ma che comunque non rispecchiano la nostra situazione attuale. Il risultato è che ci siamo trovati con l'impossibilità di pagare delle fatture importanti, e non abbiamo familiari che ci possano aiutare. Per noi è una questione di principio e di responsabilità, pur di saldare i debiti non abbiamo paura di fare sacrifici, anche rinunciando cibo o cose essenziali. Così però è davvero dura».
Ma anche il sistema non può arrivare ovunque, soprattutto in questi tempi di austerity: «La Direzione del DECS è grata alle fondazioni, agli enti e alle associazioni senza scopo di lucro che contribuiscono a sostenere famiglie in difficoltà, ribadendo al contempo l’importanza del ruolo svolto dall’ente pubblico, che – per poter offrire a tutte e tutti una scuola gratuita e di qualità, come pure un sostegno finanziario mirato ulteriore ad allieve, allievi e famiglie che ne hanno bisogno – necessita di risorse adeguate. Le decisioni di risparmio adottate negli ultimi anni dalla maggioranza del parlamento, togliendo risorse allo Stato, indeboliscono infatti tutta la collettività».

Per quanto riguarda sussidi, contributi e/o borse di studio, le cose possono farsi spinose se subentrano complicazioni di tipo burocratico: un sostegno che non arriva (o si blocca) perché manca un documento, o qualcosa non quadra – anche nonostante la presenza di un mediatore istituzionale – può pesare come un vero e proprio macigno.
«Soccorso d'inverno Ticino interviene là dove Stato e comuni non arrivano. Verifichiamo rapidamente il bisogno e sosteniamo con buoni d'acquisto per il materiale, contributi ai trasporti, laptop ricondizionati e licenze richieste da scuola o azienda formatrice, oltre ad aiuti finanziari per lo sport e la musica. Nei casi più gravi e urgenti interveniamo per evitare che la famiglia cada fra le maglie del sistema e finisca in problemi finanziari più grandi».
E anche con gli aiuti è fondamentale riuscire a erogarli nella giusta modalità: «Il nostro obiettivo non è solamente “pagare una spesa”, ma dare strumenti per studiare, scegliere, partecipare», spiega Reich, «Il Programma per bambini e ragazzi copre diverse cose: quote di adesione ad associazioni e corsi di musica, sport, danza e attività manuali, ma anche i costi forfettari per campi, tornei, corsi, brevetti e test, compresi spese di viaggio e alloggio. Senza dimenticare l'acquisto dell'equipaggiamento necessario e noleggio degli strumenti musicali».
«Quello che chiediamo è un impegno personale, coinvolgendo il bambino o il ragazzo con una breve lettera motivazionale o, per i più piccoli, con un disegno. Questo rafforza la dignità e la responsabilità. Ogni aiuto, giusto al momento giusto, evita una rinuncia e apre opportunità reali», conclude Reich.
*nomi noti alla redazione
Appendice 1
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