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GUERRA COMMERCIALE

Dazi, la conferenza stampa da Berna: «Vogliamo un accordo, ma non a qualsiasi costo»

Presenti la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il vicepresidente Guy Parmelin. La volontà è chiara: continuare a trattare con gli Usa. Presentate le misure per sostenere le imprese: «Possibili incertezze e licenziamenti».
20min/Matthias Spicher
Presenti la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il vicepresidente Guy Parmelin. La volontà è chiara: continuare a trattare con gli Usa. Presentate le misure per sostenere le imprese: «Possibili incertezze e licenziamenti».

Sessione straordinaria del Consiglio federale oggi da Berna seguita da una conferenza stampa, dopo il ritorno della delegazione dagli Stati Uniti che ha tentato di convincere l'amministrazione Trump ad abbandonare l'imposizione di dazi punitivi del 39% sui prodotti svizzeri importati negli USA. Questi, lo ricordiamo, sono entrati in vigore proprio questo giovedì 7 agosto.

18:15

Si conclude qui il live sulla crisi dei dazi Usa di questa giornata, grazie per averci letto.

18:14
Nicola Tettamanti e Martino Piccioli

«Ci troviamo in una tempesta, e noi abbiamo pure preso un fulmine»

La stangata dei dazi fa girare la testa alle aziende ticinesi. «Di fatto possiamo salutare il mercato statunitense», ci dice Nicola Tettamanti, CEO di Tecnopinz e presidente di Swissmechanic.

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16:43

«Come piccola nazione siamo da sempre esposti alla politica di forza»

Essendo un piccolo Stato, la Svizzera ha sempre dovuto cercare di affrontare i problemi internazionali con destrezza, ha affermato giovedì a Berna la Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter. L'equilibrio di potere nei negoziati doganali con gli Stati Uniti è chiaro.

«Ma abbiamo anche alcuni vantaggi», ha proseguito Keller-Sutter ai media. La Svizzera offre certezza del diritto, agisce in modo affidabile ed è politicamente stabile. Questi punti di forza devono ora essere coltivati e migliorati ancora più intensamente.

«Siamo sempre stati esposti a un certo grado di politica di forza», ha spiegato la Presidente della Confederazione. Tuttavia, il Consiglio federale è determinato ad affrontare la situazione e ad adottare tutte le misure possibili per attenuare eventuali effetti negativi. (fonte sda)

16:37

Per Udc e Plr la soluzione passa dal libero scambio
Il Consiglio federale ha trascurato in modo "imperdonabile" le relazioni con gli Usa, ma ora i negoziati per abbassare i dazi imposti dal presidente Donald Trump devono proseguire. È il commento agli ultimi aggiornamenti odierni sul tema da parte dell'Udc, secondo cui inoltre la Svizzera dovrebbe concludere ulteriori accordi di libero scambio. Una posizione quest'ultima condivisa anche dal Plr.

La Svizzera non deve in nessun caso legarsi all'Unione europea, ha ribadito l'Udc in un comunicato. Stando al partito, dovrebbe invece alleggerire l'economia, abolendo immediatamente le regolamentazioni.

«Se le tariffe doganali sono così alte è anche colpa dell'atteggiamento irresponsabile e arrogante del centro e della sinistra» accusa poi la formazione. Pure la richiesta del ministro degli esteri Ignazio Cassis di una soluzione a due Stati in Medio Oriente ha probabilmente peggiorato la situazione, aggiunge il primo partito del Paese.

Berna deve anche guardare altrove, concludendo accordi di libero scambio con il maggior numero di Stati possibili, evidenzia poi l'Udc. Un punto sul quale concorda il Plr: aprire nuovi mercati di sbocco, e farlo in modo tempestivo, ridurrebbe la dipendenza della Confederazione dagli Stati Uniti, si legge in una nota dei liberali-radicali.

La situazione è grave, ammette lo schieramento, ma non bisogna farsi prendere dal panico, visto che la Svizzera ha ancora valide carte da giocare nelle trattative. L'importante è che si resti uniti e si stabiliscano le giuste priorità, sottolinea il Plr. (fonte ats)

16:32

Ecco come stanno reagendo 12 aziende svizzere ai dazi shock di Trump

Da Nestlè a Sandoz, passando per Logitech, Emmi e Calida. Le imprese svizzere sotto pressione dopo le nuove tariffe statunitensi. I big del settore si stanno già muovendo.

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16:24

«Anche per noi è stata una grande delusione»
Parlando, invece, della “missione impossibile” negli States, la presidente della Confederazione ha confermato come Rubio fosse l'unico «ad avere il tempo di riceverci con così breve preavviso».

L'esito sfavorevole del meeting non ha comunque lasciato indifferente il Consiglio federale: «Siamo molto delusi, non lo nascondo, ma fa parte del gioco: bisogna solo continuare a negoziare e andare avanti».

Per quanto riguarda un possibile reclamo presso l'Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto), Parmelin è possibilista: «Non è una cosa che escludiamo, il nostro primo obiettivo però è quello di riaprire le trattative con gli Usa».

«Vogliamo trovare un accordo», ha ribadito Keller-Sutter, «ma non a qualsiasi costo».

16:18

Durante la telefonata con Trump: «L'ho ascoltato, ma non ero d'accordo»
Accusata dal presidente americano di non averlo voluto ascoltare, Karin Keller-Sutter ha svelato cos'è successo durante la telefonata con il presidente Usa: «L'ho ascoltato bene, ma semplicemente non ero d'accordo su quello che mi ha detto, sul fatto che la Svizzera starebbe facendo perdere agli Usa 40 miliardi. Quello del deficit commerciale un argomento che è saltato fuori rapidamente durante la nostra conversazione telefonica. Quello che Trump sta facendo ora è un puro e semplice gioco di potere: non si può fare altro che accettarlo e non prenderla sul personale».

16:08
20min/Matthias SpicherLa conferenza stampa di oggi a Berna.
16:07
20min/Matthias SpicherParmelin e Keller-Sutter, durante la conferenza stampa di oggi a Berna.
16:06
20min/Matthias SpicherParmelin, Keller-Sutter e la portavoce Nicole Lamon alla conferenza stampa di Berna.
15:56

L'approvvigionamento di armamenti rientra nell'offerta?
Keller-Sutter ha dichiarato di non poter discutere pubblicamente i contenuti dell'offerta. Una cosa però è certa, sugli F-35 non si faranno passi indietro.

15:51

Quanto gli attuali dazi rimarranno in vigore non è ancora chiaro
«Non possiamo dire quanto durerà questa situazione», afferma Keller-Sutter. Il Consiglio federale continuerà a negoziare, ma alla fine la decisione spetterà al presidente americano.

15:50

Muoversi su nuovi mercati - Le aziende possono già usufruire del'estensione del lavoro ridotto a 18 mesi, spiega il Ministro dell'Economia. Ciò darebbe loro il tempo di svilupparsi su nuovi mercati. In questo senso si è attivato anche il Consiglio federale: la Svizzera ha già concluso nuovi accordi di libero scambio e sono in corso ulteriori negoziati.

15:43

L'economia rischia di soffrire - «Se i dazi resteranno in vigore per un periodo più lungo, è probabile che l'economia si sviluppi in modo meno favorevole rispetto alle previsioni di giugno», spiega Parmelin. «Non si escludono licenziamenti, ci si aspetta un periodo di incertezza economica».

15:41

Interessato il 60% delle esportazioni - Prende la parola il vicepresidente Guy Parmelin. «Circa il 60% delle esportazioni svizzere è interessato dai dazi doganali. Fanno eccezione, ad esempio, i prodotti farmaceutici», fa notare. Anche settori come quello dei beni di lusso e del cioccolato sono colpiti dai dazi.

15:40

Estensione dell'indennità per il lavoro ridotto in sospeso - Il Dipartimento federale dell'economia (DFAE) rimane responsabile dei colloqui, con il supporto del Dipartimento federale delle finanze. Anche il Consiglio federale si è espresso positivamente sull'estensione dell'indennità per lavoro ridotto a 24 mesi, ma la decisione è ancora in sospeso.

15:39

Nuovi colloqui in corso - Mercoledì si sono svolti i colloqui negli Stati Uniti. L'obiettivo era presentare una nuova offerta, ed è stato raggiunto. Sono ora in corso nuovi colloqui. Tuttavia, è chiaro che il Presidente degli Stati Uniti manterrà i dazi a breve termine. L'incontro con il Segretario di Stato Marco Rubio è stato fruttifero, ma è necessario più tempo per trovare una soluzione, ha affermato Keller-Sutter.

15:36

Trump non ha accettato la lettera d'intenti - Il Consiglio federale sta lavorando «intensamente» e da mesi a una soluzione, ha affermato Keller-Sutter. «Dopo che, la scorsa settimana, il Presidente degli Stati Uniti ha respinto la lettera d'intenti precedentemente negoziata con la Svizzera e, al contrario, ha aumentato notevolmente la pressione negoziale sulla Svizzera, il Consiglio federale ha già ottimizzato la sua offerta e, negli ultimi giorni, ha proseguito con determinazione i suoi sforzi diplomatici».

15:34

Inizia la conferenza stampa
La Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter esordisce: «Questa mattina alle 6 gli Stati Uniti hanno introdotto la nuova tariffa del 39% su una parte delle merci importate dalla Svizzera». Afferma che si tratta di una situazione «estremamente difficile» per le industrie e le aziende rossocrociate.

15:33

No a dazi di ritorsione - Secondo il Consiglio federale, non sono previsti dazi di ritorsione: «Questi comporterebbero costi aggiuntivi per l'economia svizzera, in particolare rendendo più costose le importazioni dagli Stati Uniti». Inoltre, discuteranno prossimamente, in modo più approfondito, le possibili misure di sgravio per le aziende e valuteranno costantemente la necessità di ulteriori misure di politica economica.

15:33

Il Consiglio federale è «fermamente determinato» a proseguire i colloqui - Il motto del Consiglio federale è proseguire i negoziati. È «fermamente determinato» a proseguire i colloqui per ottenere una riduzione di questi dazi doganali aggiuntivi sulle merci svizzere il più rapidamente possibile.

15:15

Si terrà alle 15:30 di questo giovedì pomeriggio la conferenza stampa del Consiglio Federale sui dazi. Presenti la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il vicepresidente Guy Parmelin. A riportarlo è la stessa Confederazione.

13:39

«Uno shock come quello del 2015» - Il massiccio aumento dei dazi doganali statunitensi sulle merci svizzere non sta causando una vera e propria guerra burocratica per le aziende svizzere. Rappresenta, tuttavia, una sfida strategica. Le decisioni di delocalizzazione potrebbero arrivare rapidamente. Il dazio del 39% imposto da Trump è un duro colpo per l'economia svizzera tanto quanto lo shock seguito all'abolizione del tasso di cambio minimo nel 2015, afferma Marc Bernitt, responsabile delle dogane per Europa e Asia presso il gruppo logistico Kühne+Nagel. «Chi non ha ancora preso provvedimenti, ora si muoverà». Quasi nessuno può convivere con dazi di questa portata. «Ora si starà valutando di spostare la produzione nell'UE, che ha dazi più convenienti». Ma solo per la materia prima, la lavorazione finale avverrà presumibilmente negli Stati Uniti. (Fonte ats)

13:17

«Il cioccolato svizzero? Quello belga è altrettanto buono, e meno caro»
Quali saranno i settori più colpiti dai dazi, e perché? 20 Minuten lo ha chiesto all'economista della banca J. Safra Sarasin, Karsten Junius: «Senza dubbio a rischiare di più, se non tutto, è l'industria meccanica e metallurgica. Questa verrà probabilmente crollare i suoi affari con gli Stati Uniti. Per queste aziende sarà impossibile compensare i dazi, lo svantaggio competitivo è troppo sostanziale», spiega, «gli approvvigionamenti verosimilmente passeranno in mano ad aziende straniere, oppure americane. E non è detto che in un futuro sarà possibile tornare in dietro». Allarmi di questi tenore sono già arrivati oggi da parte delle associazioni di categoria Swissmem e Swissmechaninc (aggiornamento delle 11:40).

Ombre anche sul settore orologiero, e non solo: «Si tratta di beni di lusso, il cui acquisto non è essenziale e può essere rimandato. Se la vedrà male anche l'industria alimentare. Il cioccolato svizzero? Perché gli americani dovrebbero comprarlo quando c'è quello belga che è altrettanto buono, e costa di meno?». (fonte 20 Minuten)

12:56

Dazi, una "sberla" anche per il popolo americano?

Le tariffe imposte da Donald Trump peseranno come una "tassa nascosta" sui consumatori statunitensi. Qualche campanello d'allarme è già risuonato. Il tycoon lo ha spento (licenziandolo)

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12:39

I Verdi: «Tassiamo la vendita d'oro, per sostenere le misure»
Spiazzante, e letteralmente in contropiede, la presa di posizione dei Verdi che puntano il dito verso l'industria aurifera elvetica responsabile in gran parte del disavanzo della bilancia commerciale fra Usa e Stati Uniti. Per capirci quei 40 miliardi impugnati da Trump per decidere l'elevatissimo tasso del 39%. Come confermato in intervista ai quotidiani del gruppo CH Media, la presidente Lisa Mazzone vorrebbe un dazio... in uscita del 5% (al momento l'oro non è soggetto alle sanzioni Usa, ndr.). Il gettito da 5 miliardi l'anno sarebbe da impiegare per finanziare le misure di sostegno d'emergenza. (fonte Luzerner Zeitung)

12:29

«Svizzera invisibile agli occhi degli Usa, Keller-Sutter doveva coccolare l'ego di Trump»

Il fallimento delle trattative che ha portato alla missione d'emergenza di Berna negli States analizzata da uno svizzero ex-insider alla Casa Bianca: «È un errore che commettiamo da decenni».

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12:03

Il PS: «Ora si blocchino gli F-35», il Centro: «Deve essere chiaro che con la Svizzera si può negoziare, ma non si può scherzare».

Non sono mancate le (forti) reazioni politiche alla nuova “emergenza dazi”.

«Se ci fossimo preparati sin dall'inizio, aprendo una causa presso l'Ordine mondiale del commercio (Wto) e stringendo alleanze con altri Paesi per rafforzare la propria posizione nella guerra commerciale di Trump, la Svizzera non si sarebbe dovuta chinare, da sola, davanti alle sue decisioni totalmente arbitrarie», ha chiosato su Bluesky il consigliere nazionale socialista Fabian Molina.

«Adesso è dobbiamo fare come la Spagna e bloccare l'accordo per l'acquisto dei jet F-35», ha invece apostrofato su nau.ch il co-presidente del PS Cédric Wermuth, «sperare che Trump cambi improvvisamente idea da un giorno all'altro è un puro e semplice harakiri».

Duro anche presidente del Centro Philipp Matthias Bregy su X: «Ora cosa serve al nostro Consiglio Federale? Coraggio, sangue freddo e fiducia in noi stessi. Deve essere chiaro: con la Svizzera si può negoziare, ma non si può scherzare». (fonte 20 Minuten, nau.ch)

11:44

Dazi, la Seco: «Non prevediamo un aumento massiccio di richieste di lavoro ridotto»

L'incertezza legata alle barriere doganali porterà comunque sicuramente le aziende a rinviare le decisioni di investimento e a limitare le assunzioni di personale.

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11:40

«I dazi non possono, e non devono, in nessun modo diventare permanenti»
Le piccole e medie imprese dell'industria meccanica, elettrica e metallurgica svizzera mettono in guardia dalle conseguenze dei nuovi dazi statunitensi. «La situazione attuale non può, e non deve, diventare permanete», ha dichiarato il presidente di Swissmechanic, Nicola Tettamanti, all'agenzia di stampa Awp. L'obiettivo ora deve essere quello di «eliminare i dazi il più rapidamente possibile o di creare adeguati meccanismi di compensazione».

«Molte aziende associate hanno reagito con grande preoccupazione e delusione», ha affermato il ticinese, «la misura sta gravando in particolare sulle Pmi orientate all'export, mettendo a repentaglio la loro competitività in un mercato importante come quello statunitense. Senza averne nessuna colpa, queste aziende si trovano improvvisamente a dover fronteggiare enormi barriere commerciali». (fonte awp sda)


11:14

Wall Street Jounal: «La neutrale Svizzera sotto shock dopo lo “schiaffo” di Trump»
I dazi sono stati oggetto di discussione anche sui principali media statunitensi. Fra questi c'è anche Wall Street Journal che scrive «la neutrale Svizzera è stata presa nel fuoco incrociato della guerra commerciale dopo lo “schiaffo in faccia” di Trump». Proseguendo: «in un Paese che si batte per la neutralità e l'ordine, la Confederazione ha reagito con shock e confusione alla decisione di Donald Trump di imporre un dazio del 39%, più alto di quasi tutti gli altri Paesi, ad eccezione di Laos, Myanmar e Siria». Una decisione che «ha affossato mesi di negoziati nei quali i funzionari svizzeri credevano di essere vicini a un accordo favorevole» con Washington. (fonte 20 Minuten)

11:07

Scattano i dazi e Trump "gongola": «In arrivo miliardi di dollari»

Entra in vigore la nuova ondata di dazi Usa: colpiti decine di paesi, Ue inclusa.

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10:54

Borsa, la piazza svizzera non si scompone
La borsa svizzera non sembra impressionarsi per i dazi al 39% che da oggi colpiscono le esportazioni elvetiche verso gli Stati Uniti: dopo un inizio titubante il mercato in mattinata ha preso vigore, con l'indice di riferimento SMI che poco prima delle 11.00 guadagnava lo 0,7%, mostrandosi anche migliore di quelli di altre piazze europee. Il listino è trainato da UBS (+2,1%) e dai valori assicurativi, ma non sfigurano i pesi massimi Nestlé (+0,5%) e Roche (+0,8%), mentre Novartis (-0,1%) marcia sul posto. L'unica azione fortemente negativa è Amrize (-9,0%), ma il corso è una conseguenza di risultati trimestrali inferiori alle attese presentati dall'azienda scorporata da Holcim (+1,0%). (fonte ats)

10:31

«Svizzera umiliata di fronte al mondo»
La débâcle di ieri a Washington D.C. è stata largamente commentata questo giovedì mattina, con toni particolarmente caustici, dalla stampa tedesca. Fra i più critici c'è il settimanale tedesco Die Zeit che parla di «umiliazione di fronte al mondo intero» che mette la Svizzera allo stesso livello di Paesi come «Siria, Laos e Myanmar». Der Spiegel, invece, parla di «eccesso di fiducia» da parte tanto di Berna quanto di Karin Keller-Sutter: «Ha sbagliato i suoi calcoli», chiosa il quotidiano, «ora il modello d'esportazione della Confederazione potrebbe semplicemente non essere più sostenibile». (fonte 20 Minuten)

10:24
AFPI visi preoccupati di Karin-Keller Sutter e Guy Parmelin, in uno scatto di mercoledì a Washington.
10:17

«L'industria elvetica perderà la maggior parte delle esportazioni»

Secondo il vicedirettore di Swissmem nuovi dazi stanno già complicando la burocrazia. Per ora l’industria farmaceutica è salva, ma è nel mirino di Trump.

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09:39

La borsa svizzera apre in rialzo - La borsa svizzera apre in lieve rialzo la penultima seduta della settimana: alle 09.20 l'indice dei valori guida SMI segnava 11'766,82 punti, in progressione dello 0,10% rispetto a ieri.

Il mercato prende atto della chiusura positiva di Wall Street (Dow Jones +0,18% a 44'193,12 punti, Nasdaq +1,21% a 21'169,42 punti) e guarda anche all'andamento delle piazze asiatiche, a partire da Tokyo (Nikkei +0,65% a 41'059,15 punti).

08:31

«Dazi in vigore da oggi» - «La Svizzera non è riuscita a concludere un accordo con gli Stati Uniti entro il termine previsto. Il dazio del 39% è in vigore da oggi e rappresenta un pesante onere per l'economia svizzera», scrive Economiesuisse su X. «Il Consiglio federale è tenuto a proseguire i negoziati con gli Stati Uniti con la massima priorità. È urgente raggiungere rapidamente un accordo sulla riduzione dei dazi doganali. A tal fine è fondamentale che il governo federale e l'economia agiscano all'unisono. Allo stesso tempo, è ora necessario adottare con urgenza un pacchetto di misure volte a rafforzare la piazza economica», conclude.

08:21
08:01

Il jet del Consiglio federale è atterrato a Berna - La Presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter e il Ministro dell'Economia Guy Parmelin sono rientrati a Berna questa mattina dopo il loro viaggio negli Stati Uniti. Il jet del Consiglio federale è atterrato all'aeroporto di Berna-Belp alle 7:22.

07:59
AFPKarin-Keller Sutter e Guy Parmelin, prima dell'incontro con Marco Rubio di mercoledì pomeriggio.
07:54

Swissmem chiede misure urgenti - Swissmem, l'associazione dell'industria tecnologica svizzera, parla di «scenario orribile» e chiede misure urgenti in seguito all'introduzione dei dazi doganali del 39%. In un comunicato stampa scrive: «Purtroppo, le rinegoziazioni del Consiglio federale con il governo statunitense non hanno dato i loro frutti. Ad oggi, gli Stati Uniti impongono un dazio del 39% sui prodotti svizzeri. Se questo onere tariffario esorbitante dovesse persistere, le esportazioni dell'industria tecnologica svizzera verso gli Stati Uniti saranno di fatto bloccate, soprattutto considerando i dazi doganali notevolmente più bassi per i concorrenti dell'UE e del Giappone».

La Svizzera non dovrebbe accettare tutto questo, prosegue la dichiarazione. I negoziati con gli Stati Uniti dovrebbero proseguire, anche se le prospettive di successo appaiono attualmente scarse. «Sono inoltre necessarie misure urgenti per migliorare le condizioni quadro per l'intero settore delle esportazioni».

07:47

«Il Consiglio federale terrà una seduta straordinaria nel primo pomeriggio. Comunicherà in seguito», si legge in breve messaggio pubblicato su X, mentre - al momento - non sono trapelati dettagli sugli incontri della delegazione guidata dalla presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter. (fonte ats)