Altro che don Matteo. Messaggi e ricatti: il gossip su Raoul Bova infiamma l'estate

Il caso è passato in poco tempo dai siti online alle aule del tribunale
Non c'è estate senza tormentone musicale e gossip cattura-interesse. E se il primo ancora latita, il secondo è presto servito: Raoul Bova avrebbe tradito la compagna, e madre delle sue due figlie, e il fattaccio è stato sbattuto in prima pagina, con tanto di trascrizione dei messaggi audio compromettenti, sui principali quotidiani italiani, e non solo. Forse perché sembravano una coppia perfetta, belli e dalla faccia pulita, forse perché di lui avevamo da sempre l'idea del bravo ragazzo con pochi grilli per la testa, ma la scoperta del tradimento di Bova a danno di Rocio Muñoz Morales ha avuto un effetto deflagrante, in questa estate così avara di notizie leggere.
Lo zampino di Corona - Lo scorso 21 luglio, Fabrizio Corona ha mandato in onda una puntata del suo programma su YouTube Falsissimo, dal titolo "Diavoli e Tentatori", nella quale ha rivelato che, per due anni e mezzo, il noto attore italiano avrebbe portato avanti su Instagram un corteggiamento serrato rivolto alla ventitreenne Martina Ceretti, con la quale si sarebbe incontrato in gran segreto all'Hotel Principe di Savoia di Milano nel 2025. Tale rivelazione è stata suffragata da una serie di prove, in prevalenza file audio e screenshot di conversazioni su Instagram, nei quali Bova, come detto, corteggia apertamente la ragazza chiedendole di poterla incontrare.

Dopo la notte passata insieme a Milano, l'attore le scrive: «Buongiorno essere speciale dal sorriso meraviglioso e dagli occhi spaccanti e dai baci meravigliosi, dolci, soavi» e continua con «Sono qui nel letto, sa ancora un po' di te qua». I messaggi inviati da Bova alla modella, in epoca antecedente all'incontro milanese, hanno un tenore altrettanto inequivocabile, con richieste di confermare il suo effettivo interesse a incontrarlo. «Vuoi vedermi per un caffè o per qualcosa di bello? Forse non mi desideri abbastanza», oppure «vieni in camera mia, sarebbe più discreto, o ti imbarazza?». L'attore, infatti, desideroso di incontrare la Ceretti, dopo tanti mesi di attesa, le propone una cena a quattro con dei suoi amici compiacenti, «persone fidate», o di vedersi in camera da letto, in modo da poter avere una maggiore privacy. «Dopo però possiamo vederci io e te da soli? È la prima volta, voglio molto vederti» scrive ancora l'attore a una Ceretti che però bolla come “cringe” l'idea di Bova di invitarla direttamente in camera sua.
Tra i messaggi resi pubblici da Corona vi sarebbe anche quello in cui Bova chiedeva alla ragazza: «Ma sei realmente tu quella che vedo nel profilo?», e alla risposta positiva di quest'ultima le avrebbe confessato «mi piacerebbe ricevere una tua foto, se ti va». A tale richiesta, però, la ragazza avrebbe opposto un rifiuto dicendo «mi dispiace, non faccio queste cose».
La privacy e lo scandalo - Durante "Diavoli e Tentatori", Corona ha raccontato con dovizia di particolari di essere stato contattato da un amico della Ceretti, tale Federico Manzino, che gli avrebbe mostrato il materiale compromettente, dichiarando di come l'amica fosse a conoscenza di tutto. Secondo l'imprenditore non vi sarebbe alcuna violazione della privacy, come in molti hanno sostenuto, perché Martina Ceretti e Federico Manzino avrebbero consegnato il materiale in questione consapevolmente. La pubblicazione dei messaggi shock ha avuto, neanche a dirlo, un effetto deflagrante nella vita delle persone direttamente interessate dalla vicenda, oltre a tenere banco, ormai da giorni, sulle pagine di cronaca rosa.
Se l'avvocato di Bova, David Leggi, si è affrettato a dichiarare che il suo cliente e la compagna fossero ormai separati di fatto da tempo, e si alternassero nella cura delle due figlie Luna e Alma, Rocio Muñoz Morales, tramite il legale Antonio Conte, ha voluto smentire categoricamente tale ricostruzione dei fatti. In un comunicato, citato dal Corriere della Sera, l'avvocato spiega che «è assolutamente falso che vi sia (tra i due) una separazione di fatto, risalente addirittura a molto tempo prima, così come è falso che vi sia un qualsiasi accordo. La signora Rocio Muñoz Morales è rimasta senza parole e ha una sola volontà: proteggere le proprie bambine da questo tanto improvviso quanto doloroso clamore».

Sembra comunque accertato che i due fossero in crisi, tanto che l'ultimo riferimento alla coppia unita risale al novembre dello scorso anno. Durante un'intervista, l'attore aveva confermato che Rocio fosse una persona per lui molto importante, e che «amarsi è facile ma noi ce lo rendiamo difficile». Dopo questa dichiarazione sibillina, i due non erano più comparsi insieme e alla festa del suo compleanno, a giugno scorso, la donna appariva da sola.
Gli aspetti penali - Oltre che interessare la cronaca rosa, però, la vicenda ha assunto di recente anche dei contorni penalmente rilevanti. È di pochi giorni fa, infatti, la notizia dell'apertura di un fascicolo da parte della procura di Roma. Le indagini sono affidate al pubblico ministero Eliana Dolce, che coordina l'attività della Polizia postale impegnata a esaminare il traffico telefonico delle persone coinvolte in questa storia. Come riferito dai media italiani, l'11 luglio scorso Raoul Bova avrebbe ricevuto un messaggio con il quale lo si invitava a pensare al danno d'immagine che una eventuale pubblicazione delle chat con la Ceretti avrebbe comportato. «Non è il caso che venga fuori uno scandalo sui giornali, no? - recita il messaggio in questione - Per il tuo matrimonio, per la tua immagine, per il tuo presente e futuro lavoro. Altro che don Matteo...ho dei contenuti fra te e Martina Ceretti che ti farebbero molto male. Capisci tutto questo che diventa di dominio pubblico (…) comunque lunedì esce su Falsissimo, arriva a Corona, ma io posso non fare accadere tutto ciò... Se mi vieni incontro blocchiamo tutto e rimane privato. Se poi vuoi essere così gentile e farmi un regalo, dato che ti sto salvando il culo, sta a te».
Secondo gli inquirenti a mandare il messaggio incriminato da una utenza anonima sarebbe stato proprio l'industriale milanese Federico Monzino, rampollo della famiglia comproprietaria dei marchi Cranchi Yachts, che risulta ora indagato per estorsione. Nel capo d'imputazione, diffuso sui suoi canali social proprio da Corona, sentito come persona informata sui fatti, viene contestato a Monzino di aver tentato «di costringere l'attore a corrispondere una cifra imprecisata, così da procurarsi l'ingiusto profitto patrimoniale con pari danno per la parte offesa, non riuscendo nel proposito criminoso per cause indipendenti dalla sua volontà». Al centro dell'indagine ci sarebbero almeno una decina di messaggi di uguale tenore ricevuti da Bova che, prima ancora della messa in onda della puntata di Falsissimo, avrebbe sporto denuncia presso la Polizia postale di Roma, dando avvio all'indagine in corso.

Alla ricerca delle responsabilità - La Procura di Roma avrebbe sequestrato gli smartphone di Monzino, Corona e Ceretti, che, ad oggi, non risulta indagata ma solo persona informata sui fatti. Secondo una prima ricostruzione, Monzino avrebbe tentato di ricattare Bova e, davanti al silenzio di quest'ultimo, avrebbe girato gli audio e i messaggi intercorsi tra la Ceretti e l'attore a Corona, il quale li avrebbe resi pubblici durante la sua trasmissione su YouTube. In una intervista su Repubblica, l'imprenditore milanese ha spiegato di aver agito così «per far diventare famosa Martina, cosa che lei desiderava. Io ho fatto solo da tramite. Martina era con me in casa, ed era consapevole di quanto facevamo insieme». La modella e influencer, ascoltata dagli investigatori, ha ammesso di aver condiviso con Monzino alcuni audio e chat delle conversazioni ma di averlo fatto «senza alcun secondo fine». In un'altra intervista al Corriere, Monzini ha precisato che è stata Martina Ceretti ad autorizzarlo ad inviare i messaggi a Fabrizio Corona. «Molti stanno ricostruendo la vicenda in modo sbagliato - dice Monzini al Corriere - io ho inviato il materiale solo a Corona, mai direttamente o indirettamente a Raoul Bova. Come le chat siano arrivate a Bova non lo so. Posso solo dire che, dopo averle ricevute, Corona ha agito in totale autonomia. Da quel momento, io non ho avuto più alcun controllo su come quei contenuti siano stati gestiti o diffusi».
Corona, dopo l'avvio delle indagini, ha ulteriormente sottolineato la sua totale estraneità ai fatti, rimarcando il fatto che i files gli sono stati consegnati volontariamente da Federico Monzino e Martina Ceretti, «inviati direttamente sul mio cellulare dal loro computer, senza alcuna acquisizione fraudolenta».
Raoul Bova, suo malgrado, è destinato a far parlare ancora a lungo di sé e delle sue vicende sentimentali perché, come visto già in casi simili, la macchina del gossip, amplificata dai social media, si nutre quanto più possibile delle miserie altrui. Dopo un primo sorriso, inevitabile a ripensare a certi “occhi sssspaccanti”, viene però il dubbio che non si tratti proprio di quel «voyeurismo di bassa lega» di cui parla l'avvocato dell'attore secondo il quale «il web e i social media sembrano essere il nuovo Far-West».
Appendice 1
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