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C'eravamo tanto amati

Origine ed evoluzione della lite tra Trump e Musk
Origine ed evoluzione della lite tra Trump e Musk

Succede spesso, nelle storie d'amore, di passare dalla fase «il mio cuore è tuo» a quella «ti tolgo i soldi e ti rovino». Ma in quella che andremo a raccontare c'entra poco l'amore: piuttosto è una esplicita lotta per il potere, anche se nel risultato poco cambia.

Anche Elon Musk ha detto al presidente americano Donald Trump «il mio cuore è con te» per poi sentirsi rispondere, mesi dopo l'inizio del loro idillio, che «senza i sussidi governativi dovrebbe chiudere bottega e tornarsene in Sudafrica». Ma come si è arrivati, nel giro di alcuni mesi dall'essere collaboratori entusiasti a nemici giurati che tengono banco, con i loro insulti, nelle prime pagine dei giornali di mezzo mondo?

GETTY IMAGESLe sagome di Musk e Trump (quest'ultimo con la corona in capo).

Non è stato un colpo di fulmine - In realtà, il rapporto tra Donald Trump ed Elon Musk non è iniziato subito sotto una stella benevola e, specialmente all'inizio, l'imprenditore sudafricano non ha lesinato delle critiche al tycoon, per poi fare marcia indietro e arrivare a collaborare con il suo governo. Non più tardi del luglio del 2022, infatti, Musk non esitò a invitare il futuro presidente Donald Trump «ad appendere il cappello al chiodo» e a rinunciare a candidarsi per il secondo mandato nel 2024, sostenendo che sarebbe stato troppo vecchio per rivestire il ruolo di presidente degli Stati Uniti d'America. Le scaramucce tra i due discussi personaggi pubblici erano comunque iniziate già qualche giorno prima, quando Trump aveva criticato l'imprenditore per la volontà di acquistare Twitter, poi trasformato in X, mentre Musk aveva dichiarato di sostenere De Santis, governatore della Florida, nella corsa alla presidenza contro Joe Biden.

Pochi mesi dopo, a novembre, ecco arrivare il rametto d'ulivo da parte di Musk che riattivò su X il profilo social di Trump, sospeso a causa dell'insurrezione di Capitol Hill, proprio in occasione della sua candidatura a presidente. La svolta, comunque, arrivò nell'agosto del 2023 quando un Trump gravato da ben tre imputazioni penali ottenne il sostegno pubblico di Musk il quale dichiarò di non aver votato per lui nelle precedenti elezioni ma di ritenere che «un'azione legale così aggressiva contro un ex presidente non sia giusta».

Arrivano i dollari - Nel marzo del 2024, la campagna politica di Trump rischiò di subire una battuta d'arresto per mancanza di fondi, avendo il futuro presidente sborsato più di cinquanta milioni di dollari per la propria difesa legale. In quel caso gli venne in aiuto proprio Elon Musk che, insieme ad altri ricchi donatori, si incontrò con Trump a Palm Beach, in Florida proprio per supportarne la campagna elettorale. Nonostante i due protagonisti della vicenda abbiano sempre sostenuto che si sia trattato di un incontro casuale, e pur avendo Musk negato all'epoca un suo sostegno finanziario al futuro presidente, da allora i loro rapporti si fecero molto più stretti tanto che, come raccontato da Nbc News, nel maggio del 2024 Musk avrebbe creato l'America PAC una super PAC a sostegno di Donald Trump. I PAC, ossia Political Action Committees, sono dei gruppi che raccolgono ingenti somme di denaro da aziende, sindacati, associazioni o anche singoli individui, per sostenere un determinato candidato politico. Tali gruppi non possono donare direttamente i soldi a quest'ultimo ma possono spendere qualsiasi cifra ritengano utile per sostenerlo indirettamente. Nell'ambito di questa raccolta fondi, Musk lanciò, nell'ottobre dello stesso anno, una lotteria pro-Trump in forza della quale venne messo in palio un milione di dollari al giorno per le persone che avevano firmato una sua petizione negli Stati in bilico per dare il loro sostegno al tycoon. L'iniziativa, fortemente criticata perché ritenuta una pratica illecita per comprare il voto di migliaia di persone, rinsaldò ancora di più il legame tra i due tanto che già all'epoca si iniziò a parlare di un ruolo consultivo del Ceo di Tesla nel futuro governo di Trump.

Imago / ABACAPRESSMusk nella sua veste di consulente governativo.

Un amore da 75 milioni - A luglio del 2024, dopo l'attentato subito da Trump durante una manifestazione in Pennsylvania, il sostegno di Musk alla candidatura di quest'ultimo divenne pubblico grazie al post pubblicato su X: «Sostengo pienamente il presidente Trump e spero nella sua rapida guarigione», e da allora il milionario è diventato il principale sostenitore del futuro presidente, comparendo al suo fianco in diverse occasioni, e donando quasi 75 milioni di dollari al super PAC creato per sostenere il tycoon, così come risulta dai documenti finanziari della campagna elettorale. Con l'elezione di Trump a quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d'America arrivò infine per Musk, insieme a Vivek Ramaswamy, la nomina a capo del Dipartimento per l'efficienza del governo di nuova costituzione, il famoso DOGE, con il compito di supervisionare i tagli alla spesa pubblica. Nel gennaio del 2025, all'apice del loro rapporto di collaborazione e sbandierata amicizia, alla cerimonia di inaugurazione della carica presidenziale di Trump, Musk assicurò a quest'ultimo «il mio cuore va a te», per poi toccarsi enfaticamente il petto e alzare la mano in un gesto che da molti venne assimilato al saluto nazista.

Le prime incrinature - Nel giro di poco tempo, però, paradossalmente le cose sono iniziate ad andare male tra i due. Dalle piccole punzecchiature iniziali si è giunti, in un crescendo di tensione, alla rottura attuale. A marzo del 2025, dopo le e-mail che minacciavano licenziamenti, firmate DOGE, sono state inviate a svariati dipendenti federali, Trump dichiarò su Truth che le decisioni relative al personale del governo federale Usa devono essere adottate dalle agenzie preposte e non da Musk. A maggio di quest'anno, quest'ultimo dichiarò di volersi dimettere dal Doge per curare maggiormente i propri affari - in forte crisi anche a causa del suo appoggio a Trump - ma, nonostante il pubblico scambio di cortesie tra i due, la tensione era già palpabile.

AFPElon Musk alla Casa Bianca con un vistoso occhio nero.

La rivalità è servita - La bomba sarebbe esplosa da lì a poco quando Musk, apparso al programma "Sunday Morning" della Cbs, criticò il disegno di legge repubblicano progettato per finanziare in gran parte l'agenda personale di Trump. Da quel momento si assistette a un'escalation di insulti e provocazioni giornaliere, e se il 4 giugno scorso Musk ha chiesto «un nuovo disegno di legge sulla spesa che non aumenti il deficit né il tetto del debito», invitando i suoi sostenitori a «opporsi al disegno di legge di Trump», quest'ultimo il giorno seguente affermò che l'imprenditore è «sconvolto» per il fatto che il suo disegno di legge prevede il taglio dei sussidi per i suoi veicoli elettrici. Nei giorni seguenti si è assistito a un rimpallo continuo di accuse. Se da una parte Musk ha dichiarato che senza il suo sostegno «Trump avrebbe perso le elezioni, che ingratitudine», Trump non ha esitato a definire Musk «impazzito» e a dichiarare che «il modo più semplice per risparmiare denaro nel bilancio è eliminare i sussidi e i contratti governativi concessi a Elon». Il 5 giugno scorso, Musk, senza fornire alcuna prova in merito, ha scritto su X che Donald Trump compare nei 'file Epstein', il noto finanziere condannato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori e morto suicida in carcere, e ha appoggiato l'impeachment di Trump invocato da alcuni sulla piattaforma social.

Le minacce e gli insulti - Da allora non passa giorno senza che i due ex collaboratori e amici si lancino dichiarazioni al vetriolo tramite i giornali o social media. Ed è di pochi giorni fa la dichiarazione del presidente Trump che, su Truth, ha avvertito Musk della possibilità di rispedirlo in Sudafrica privandolo dei sussidi per le sue attività imprenditoriali. «Basta con i lanci di razzi, satelliti o produzione di auto elettriche, e il nostro Paese risparmierebbe una fortuna. Forse dovremmo chiedere al Doge di analizzare attentamente la questione? Un sacco di soldi da risparmiare» ha detto il presidente, facendo ironia proprio sul ruolo rivestito da Musk all'interno del dipartimento citato. Quest'ultimo ha accusato gli esponenti di entrambi i partiti di far parte del 'porky pig party', un riferimento ai livelli di spesa pubblica fuori controllo.

IMAGO / Bihlmayerfotografie

Un nuovo schiaffo a Trump è stato l'annuncio della costituzione dell'American Party of the United States, un movimento conservatore nato «per restituirvi la libertà», come ha spiegato Musk agli statunitensi. La divisione consumatasi sul 'big beautiful bill' approvato dal Congresso sembra assolutamente irrecuperabile, tanto che il tecnocrate ha deciso di lanciare la sfida all'amministrazione repubblicana addirittura per via elettorale. Tanti giornali hanno fatto riferimento alla vicenda di Trump e Musk citando il famoso film 'C'eravamo tanti amati', anche se, a essere sinceri, in pochi hanno pensato potesse trattarsi di un rapporto di stima e affetto sinceri, quanto piuttosto di un calcolato rapporto pubblico tra due uomini votati al potere. 


Appendice 1

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GETTY IMAGESLe sagome di Musk e Trump (quest'ultimo con la corona in capo).

AFPElon Musk alla Casa Bianca con un vistoso occhio nero.

Imago / ABACAPRESSMusk nella sua veste di consulente governativo.

IMAGO / Bihlmayerfotografie

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